Lo scacchiere
Matteo Salvini, il "governo del dopo": indiscreto, nel mirino del leghista il ministero di Luciana Lamorgese
Matteo Salvini quando ha detto di lasciar perdere Silvio Berlusconi e di puntare su un candidato di centrodestra alternativo e credibile ha di fatto mandato un chiaro messaggio a Mario Draghi: se l'attuale premier dovesse trasferirsi da Palazzo Chigi al Quirinale dovrà intavolare una trattativa sul cosiddetto "governo del dopo". Nelle stanze della presidenza del Consiglio, riporta La Stampa in un retroscena, non lo definiscono "ricatto" anche se questo è il concetto.
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Il leader della Lega in un ipotetico "esecutivo dei leader" vuole per sé il ministero dell'Interno. Non nel senso che vuole necessariamente diventare lui ministro ma nel senso che il Viminale deve tornare nelle mani della Lega. Un "palcoscenico" che gli permetterà di recuperare i consensi e sfidare Giorgia Meloni. Questa è la richiesta di Salvini a Draghi quando, chiedendo apertamente il rimpasto, elenca tutti i "problemi" dell'attuale ministro Luciana Lamorgese che secondo lui sono rimasti irrisolti. Chiaramente questa richiesta non vedrebbe d'accordo Pd e M5S ma, secondo Salvini, Draghi, se vuole andare al Colle, deve "farsi garante dell'esigenza della Lega, perché sarebbe lui, una volta eletto Capo dello Stato, ad avere la responsabilità di indicare i ministri e dare una forma al governo, accettando o respingendo i veti dei partiti".
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Matteo Salvini, secondo quanto rivela un suo fedelissimo è convinto che "se Draghi vuole andare al Quirinale deve parlare con noi leader, non può rifiutare il rapporto con i partiti che hanno in mano la decisione sul prossimo presidente della Repubblica". E questo silenzio da parte del premier lo irrita molto. Intanto Draghi continua a non commentare.