Super partes
Pier Ferdinando Casini al Quirinale, il retroscena: quotazioni in improvvisa e clamorosa impennata
Nel borsino impazzito del Quirinale salgono all'improvviso le quotazioni di Pier Ferdinando Casini. I numeri di Silvio Berlusconi, fin qui l'unico candidato (semi) ufficializzato, sono ancora incerti. C'è sempre Mario Draghi, il premier che da settimane si dice in procinto di traslocare. "Con lui nessuno perde - sottolinea il Quotidiano nazionale - ma piace un po' meno", anche a causa di qualche uscita giudicata improvvida proprio sulla sua disponibilità a ricoprire la più alta carica dello Stato.
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Nel Pd c'è chi prosegue a percorrere la pista del Mattarella bis, mentre aleggia un po' come una minaccia il nome di Giuliano Amato, che proprio Draghi avrebbe imposto ai leader come condizione per restare a Palazzo Chigi (e far proseguire così la legislatura fino a morte naturale, nella primavera 2023). Un nome, quello di Amato, che a sinistra piace ma che viene considerato altamente "impopolare" e quindi oggetto di attacchi. Marta Cartabia, ministro della Giustizia tecnico, non raccoglie i favori del Movimento 5 Stelle e, a giudicare dalle recenti critiche, nemmeno quelli della Lega.
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Così, dopo settimane di stagnazione, il "titolo Pierferdy" è ripartito alla grande. Casini, sottolinea sempre QN, "è l'unico super partes che garantisce tutti", da buon ultimo dei democristiani e grande vecchio del Parlamento. "Ha solidi rapporti internazionali a 360 gradi e soprattutto un consenso trasversale", considerato tra i più equanimi presidenti della Camera di sempre e dopo essere stato alleato di Berlusconi è diventato sostenitore di Enrico Letta, Renzi e Gentiloni guadagnandosi pure nel 2018 l'elezione con il Pd, da indipendente.
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"Potrebbe emergere subito come frutto di un accordo largo - conclude QN passando alla parte tattica - o entrare in campo alla quinta o sesta votazione come ipotesi di mediazione".