Grandi manovre a Roma
Nicola Lavitola, l'impensabile alleato di Berlusconi sul Quirinale: "A cena al ristorante..."
In campo per Silvio Berlusconi c'è anche un nome impensabile. Quello di Nicola Lavitola, ex editore e direttore de L'Avanti finito in guai giudiziari una decina di anni fa e che oggi si è rifatto una vita come ristoratore. Ex craxiano prima e berlusconiano poi, secondo un retroscena di Ettore Maria Colombo sul Quotidiano nazionale sarebbe molto attivo nell'organizzare cene che potrebbero contribuire a trovare elettori in aula per coronare il sogno del Cav, diventare presidente della Repubblica.
"Berlusconi ha già venti o trenta voti in più di quelli che gli servono", assicura. Lavitola, che però "giura di non stare procacciando voti". Ma ha già fatto "un po' di cene, incontrato un po' di parlamentari. Sto cercando di convincere una serie di soggetti esterni al Parlamento ad agire su alcuni Grandi elettori che possano capire i vantaggi di Berlusconi al Colle". Basterà? Secondo l'indiscreto di QN no, perché "al netto delle "buone" intenzioni di Lavitola (e di Sgarbi) bisogna fare un po' di conti e di numeri".
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Il centrodestra, ricorda, "conta su 451 Grandi elettori, con anche i gruppi minori come Coraggio Italia, assai scettici sul suo nome". Per arrivare a 505 (maggioranza assoluta dei 1009 Grandi elettori) ne servono ancora 54. "Ma ne vanno aggiunti, come soglia di sicurezza, almeno altri venti perché una ventina di franchi tiratori, nel centrodestra (tra quelli di Coraggio Italia, forzisti anti-berlusconiani pronti a tradirlo, leghisti e meloniani che non lo voterebbero mai), è un numero fisiologico e considerato per difetto". E del Misto restano "i 23 non iscritti ad alcuna componente del Misto alla Camera e i 24 non iscritti del Misto al Senato per un totale di 47 parlamentari". E qualcuno di loro ha già declinato le offerte.