Il retroscena
Mario Draghi nel mirino, "torna l'asse giallo-verde". L'indiscreto di Sorgi: occhio a Giorgetti e Patuanelli
L'effetto del decisionismo di Mario Draghi in materia di Covid è il ritorno, "o meglio dire il tentativo di tornare all'asse giallo-verde Lega-5 stelle", scrive Marcello Sorgi nel suo editoriale su La Stampa. Sia il partito di Matteo Salvini sia quello di Giuseppe Conte infatti sono contrari alla vaccinazione obbligatoria e pure contro il super Green pass che ritengono un "obbligo mascherato". E così "dopo il rinvio della scorsa settimana", Lega e Movimento 5 stelle - alleati durante il governo Conte 1, "resistono".
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E il ritorno dell'asse giallo-verde è evidente quando Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico "da molti considerato il numero due di fatto di Draghi, dissentire pubblicamente dal premier". E si vede anche quando il ministro dell'Agricoltura grillino Patuanelli, osserva ancora Sorgi, "minaccia di non presentarsi al Consiglio dei ministri di oggi". Insomma, in questo momento "Draghi e un pezzo importante della sua maggioranza parlano due lingue diverse".
Da parte sua il presidente del consiglio è "preoccupato di non disperdere il patrimonio di credibilità conquistato dal Paese nella lotta alla pandemia. Ciò che ha fatto dire alla Merkel che avrebbe voluto che la Germania fosse come l'Italia. E che ha fatto arrivare da Bruxelles il consenso della Commissione europea alla seconda tranche dei fondi del Pnrr".
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Da parte loro però a Lega e M5s "di tutto questo importa fino a un certo punto". A loro non piace l'ipotesi di una nuova stretta per i non vaccinati e non vogliono che il Super Green Pass diventi il "passaporto per il lavoro". Non solo. Trovano il "no" di Brunetta al ritorno allo smart working "una forzatura. Stavolta Draghi dovrà spendere tutta la sua autorevolezza per trovare una soluzione", conclude Sorgi.