Enrico Letta e il Quirinale: "Ampia maggioranza o cade il governo"

Il Pd non ha più il pallino per decidere il presidente della Repubblica e passa alle minacce. "La via maestra è la continuità di governo. Il capo dello Stato va eletto a larghissima maggioranza, una forzatura da una parte o dall’altra farebbe cadere il governo". Parola di Enrico Letta, segretario dem, che con una intervista a Repubblica apre ufficialmente il capitolo "crisi di governo". Anche perché per ora, sul Quirinale, manca qualsiasi tipo di candidatura bipartisan. Il Pd litiga con Giuseppe Conte, il M5s si spacca, Silvio Berlusconi crede nel colpaccio ma sempre dal Nazareno è Peppe Provenzano, vice di Letta, ad avvertire Salvini e Meloni: per poter trattare, occorre innanzitutto far fuori il Cav dal totoColle. Uno scenario di veti incrociati che sembra, al momento, ostacolare qualsiasi dialogo.

 

 

 


Nelle parole di Mario Draghi, premette Letta a Repubblica, "non ho letto una autocandidatura. Su un’eventuale ipotesi Draghi al Colle, come sugli altri nomi che garantiscono ampio consenso, decideremo tutti insieme e al momento debito, la mia personale opinione non conta. Quel che so per certo è che Draghi va comunque protetto e tutelato per il bene del Paese". 

 

 

 

 

"Chi ha detto di non volere Draghi al Quirinale ha aggiunto di volerlo ancora a Palazzo Chigi – prosegue -. Ritengo, per essere chiari, che noi dobbiamo tenercelo stretto, in un modo o nell’altro. Quello che Draghi sta portando all’Italia è enorme. Siamo un Paese che ha visto crescere il suo principale handicap, il debito pubblico, del 25% in poco più di un anno. In questo senso Draghi è una assicurazione sulla vita".

 

 

 


"Il 13 gennaio dirò alla direzione del Pd e ai gruppi parlamentari che la via maestra è la continuità di governo e la stabilità. Il 2022 non può essere un anno elettorale, non possiamo permetterci almeno cinque mesi di interruzione dell’attività di governo – dice ancora Letta -. Quindi c’è bisogno di una larghissima maggioranza, un capo dello Stato non divisivo e non eletto sul filo dei voti. Il governo è sostenuto dal 90% delle forze parlamentari, sarebbe totalmente contraddittorio restringere il campo. Ci può essere una maggioranza più larga, non più stretta, altrimenti il governo cadrebbe".