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Quirinale, il silenzio di Matteo Renzi spaventa il Pd: lo scenario, cosa può accadere entro il 4 gennaio
Si racconta in Transatlantico che nei capannelli prenatalizi, il ministro della cultura Dario Franceschini si sia rivolto ai numerosi interlocutori con un invito che per lui è anche un auspicio: ‘Mi raccomando, tutti tranne Mario Draghi’. Invito che trova orecchie disponibili all’ascolto nei tanti peones dem che leggono il nome del Presidente del Consiglio come un’avvisaglia di un mesto ritorno a casa, ovvero di elezioni anticipate.
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Tra i detrattori di Draghi, anche la composita area sinistra che fa riferimento al ministro Andrea Orlando e la piccola componente di Leu: non perdonano all’ex governatore della Bce di aver detronizzato Giuseppe Conte e di ‘tenere in sequestro’ la politica. Musica completamente diversa al Nazareno, dove da giorni gira un altro allarme ed un altro auspicio: tutti tranne Silvio Berlusconi. Il segretario del Pd, dopo aver dovuto fare marcia indietro sulla proposta di uscita dall’aula nel caso il leader di Forza Italia si candidasse, è pronto a fare fuoco e fiamme contro l’ex presidente del Consiglio, facendo soprattutto leva sui conclamati buoni rapporti con Giorgia Meloni.
Ma dietro le ombre di Draghi e di Berlusconi, sta crescendo il peso di Giuliano Amato, che secondo alcuni parlamentari del Pd sarebbe la vera carta nascosta della famiglia Letta, cioè metterebbe d’accordo, lo zio Gianni ed il nipote Enrico. Il fu ‘dottor Sottile’ (all’epoca di Craxi) fu già presidente della Repubblica per un giorno, quando sette anni fa il suo nome venne proposto da un’inedita coppia, Berlusconi e Bersani, provocando l’ira dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, che così escogitò la candidatura di Sergio Mattarella.
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È anche in chiave anti Matteo Renzi, che il nome di Amato, ha iniziato a girare nel Pd con una certa insistenza. Inutile dire che nei giorni ‘sospesi’ della vigilia (il 4 gennaio il Presidente Fico convocherà l’aula dei grandi elettori), molti guardano al silenzio di Matteo Renzi con trepidazione: sarà ancora una volta il ‘fiorentino’ a determinare la mossa vincente sullo scacchiere del Quirinale?