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Green Pass, ko tecnico in tribunale per Gianluigi Paragone: l'ultimo flop dell'ex grillino
Per accedere al Parlamento bisogna esibire il green pass. L'obbligo resta e da qui non si scappa. La Corte costituzionale ha respinto il ricorso presentato dal senatore del gruppo misto Gianluigi Paragone e da una manciata di deputati capitanati da Pino Cabras, de L’Alternativa c’è, contro l’obbligo introdotto nei mesi scorsi. La Consulta ha stabilito - come riporta l'Huffpost - che dai ricorsi non emerge nessuna manifesta lesione delle attribuzioni proprie dei parlamentari.
La Corte, inoltre, ha ritenuto che spettano all’autonomia delle due Camere sia l’interpretazione che l’applicazione dei rispettivi regolamenti. Il dissidio riguardava le delibere con cui gli organi interni di Camera e Senato hanno richiesto il certificato verde per partecipare ai lavori parlamentari. Una decisione presa alla luce del decreto di settembre sul green pass, che non è piaciuta a Paragone e agli 8 deputati di Alternativa c’è, i quali hanno parlato di violazione delle loro attribuzioni costituzionali.
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I ricorrenti lamentavano soprattutto le modalità con cui le delibere sono state introdotte, cioè attraverso gli organi interni alle Camere, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori. Sarebbe stato più opportuno, secondo loro, apportare una modifica ai regolamenti parlamentari, cosicché i componenti di ciascuna Aula avrebbero potuto votare. Denunciavano, quindi, la compressione della partecipazione dei singoli parlamentari al procedimento legislativo. Ma anche una lesione del libero svolgimento del loro mandato. La Consulta è intervenuta per tranquillizzarli: nessuna violazione.
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