Si mette male
Reddito di cittadinanza, Mario Draghi e l'asse col mondo cattolico: "Perché non può toccare il sussidio"
A blindare il reddito di cittadinanza non sono più il Movimento 5 Stelle e l'alleato elettorale Pd. Secondo la Stampa, una parola decisiva sulla misura simbolo grillina l'ha messa anche il mondo cattolico con cui il premier Mario Draghi ha dovuto fare i conti, sia perché inquilino di Palazzo Chigi sia in qualità di futuro, possibile presidente della Repubblica. Si fa menzione di una "visita mai comunicata dall'agenda ufficiale del presidente del Consiglio": è quella di SuperMario alla Comunità di Sant'Egidio a Roma, dello scorso martedì sera. Il premier evidentemente aveva "il desiderio di non trascinarsi dietro il frastuono dell'incontro più cerimoniale", con relativo discorso da consegnare ai media. Meglio, dunque, mantenere il più stretto riserbo. Una visita "strettamente privata", come conferma al quotidiano torinese Marco Impagliazzo, presidente della Comunità fondata dall'ex ministro Andrea Riccardi e "snodo di relazioni diplomatiche cruciali che le sono valse il nome di "Onu di Trastevere".
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Due ore di colloquio, molto fitto, avvenuto non a caso nel pieno dei lavori per mettere a punto la prossima manovra. Gli esponenti di Sant'Egidio, rappresentanti di quel mondo cattolico che guarda a sinistra, tra accoglienza ai migranti e sostegno economico ai più poveri, avrebbero ribadito la "necessità di mantenere il sussidio ideato dai 5 Stelle". Draghi su questo è d'accordo e non ha caso ha più volte difeso il rifinanziamento della misura anche a fronte degli attacchi, durissimi, sferrati dal leghista Matteo Salvini e dal ministro forzista Renato Brunetta. Una questione sociale, certo, ma pure politica: silurare il rdc equivarrebbe a svuotare il bacino elettorale di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio e, di fatto, decretare la fine di questa legislatura.
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"Noi siamo favorevoli - sottolinea Impagliazzo -. A nostro avviso non è vero che chi lo percepisce poi non va a lavorare. Anche i dati americani dicono la stessa cosa su tutti coloro che hanno ricevuto sussidi". E ancora: "Bisogna spingere politiche di incremento dell'occupazione, ma senza collegarle immediatamente al sussidio". Martedì sera non si sarebbe parlato invece del dilemma Quirinale. "Pesante", invece, l'elogio di Draghi sul "modello dei corridoi umanitari" per i profughi che giungono dall'Etiopia e dal Nord Africa, non a caso inserito dal premier ta i quattro pilastri delle conclusioni del vertice internazionale di Parigi sulla Libia.
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