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Marcello Sorgi, Mario Draghi premier in bilico: "Una crisi di governo irrisolvibile"
Marcello Sorgi, sulla Stampa, ha parlato del possibile scioglimento delle Camere e del ricorso alle urne prima della scadenza naturale. "La Costituzione è laconica e affida la valutazione al Capo dello Stato, sentiti i presidenti di Camera e Senato. Nella Terza Repubblica, originata dalle rovine della Seconda, non c'è più nessuna regola a partire dal 2013, da quando cioè neppure il sistema maggioritario è stato in grado di produrre vere maggioranze a causa dell'imprevisto successo oltre misura dell'antipolitica, del populismo e dei 5 stelle, primo partito nel 2018", spiega Sorgi illustrano una sorta di piccolo Bignami di diritto costituzionale adattato alla terza repubblica.
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Sorgi mette in campo tutte le possibili soluzioni su come arrivare allo scioglimento delle Camere, puntando il dito sul fatto che molti parlamentari spingono per la naturale conclusione della legislatura. "La spinta che viene dal Parlamento, meglio sarebbe dire dai parlamentari di prima nomina, in gran parte senza mestiere e molto affezionati ai propri seggi, va in direzione dello svolgimento completo delle legislature", chiarisce Sorgi.
Che poi conclude mettendo sul piatto l'elezione del Capo dello Stato che, pur essendo diversa dal voto politico, ovviamente si interseca. "Sul Colle i Presidenti fanno quel che possono per assecondarla, accettando intese spurie (vedi i governi Letta e Renzi, con l'appoggio di parte della destra, o il Conte 1 gialloverde e 2 giallorosso) e sostituendoli quando diventa indispensabile con tecnici come Monti e Draghi. Resta il fatto che se Draghi va al Quirinale, per rimpiazzarlo a Palazzo Chigi si aprirebbe una crisi. E non sarebbe così facile, checché se ne dica, risolverla", conclude Sorgi intuendo che se l'attuale premier salisse al Quirinale come nuovo inquilino, il rischio di una crisi politica, l'ennesima, potrebbe essere irrisolvibile.