Party e sospetti
Michele Anzaldi contro Fuortes: "Alla festa di Bettini per brigare con Conte, perché Draghi tace?"
Onorevole Michele Anzaldi (deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, n.d.r.), perché ha giudicato grave e sconveniente la partecipazione dell’Ad della Rai Fuortes alla festa di compleanno dell’esponente Pd Goffredo Bettini?
"Nella sua prima intervista a un quotidiano, dieci giorni fa, l’Ad Rai Fuortes si era presentato dicendo che lui non parla con i partiti. Dopo quella conversazione con Repubblica, la stampa ha riferito che Fuortes avrebbe incontrato nell’ordine Salvini, Di Maio alla Farnesina, Letta e infine Conte alla festa di Bettini. Addirittura una giornalista autorevole e solitamente ben informata, come Maria Teresa Meli, ha scritto su Corriere.it che con Conte alla festa di Bettini l’Ad Rai avrebbe parlato proprio delle nomine dei direttori dei tg. Nessuna di queste notizie è stata smentita. Come è possibile? Questo sarebbe il nuovo corso in Rai voluto dal presidente Draghi? Come può Palazzo Chigi rimanere in silenzio di fronte ad un atteggiamento così grave? Questa sarebbe l’indipendenza del servizio pubblico dai partiti?".
Crede che Fuortes avrebbe fatto meglio a non andare alla festa?
"Di certo in una fase così delicata per la Rai come la vigilia di nomine attese e importanti quali quelle dei nuovi direttori dei tg sarebbe stato più saggio evitare di dare adito a sospetti e incomprensioni. Ma ad essere inaccettabile è il fatto che, secondo la stampa, Fuortes abbia addirittura parlato dei nomi con un leader di partito. Perché non ha ancora smentito? E’ normale che da giorni si legga sui quotidiani che il principale terreno di scontro nel Movimento 5 stelle tra Conte e Di Maio siano i direttori dei tg, e nessuna dalla Rai dica nulla?".
Una smentita è arrivata dal deputato del Pd Claudio Mancini, che la accusata di aver fatto un “richiamo da caserma” all’Ad Rai. Che ne pensa?
"Ho trovato sorprendente e poco comprensibile la dichiarazione del collega Mancini, forse un autogol. Intanto perché conferma l’esistenza di un rapporto di lunga data tra Bettini e Fuortes, lo stesso Ad che fino a dieci giorni fa rivendicava pubblicamente la sua distanza dalla politica. E poi perché non si capisce a nome di chi abbia dichiarato: ho chiesto all’Ad Rai di smentire di aver discusso di nomine con il leader M5s Conte e a replicare è un deputato Pd componente della Direzione nazionale del partito. Uno strano intreccio che forse dovrebbe essere chiarito dal segretario nazionale Enrico Letta".
Quindi che cosa si aspetta dalle nomine dei nuovi direttori? Lei ha parlato di direttori esterni “di garanzia”: non è una contraddizione con la richiesta di valorizzazione delle risorse interne?
"Alla Rai servirebbero direttori di tg di garanzia, e non lottizzati in base alle quote dei partiti, a maggior ragione perché siamo in una fase politica particolare: c’è un governo di larghe intese con un’ampia maggioranza, c’è un’opposizione parlamentare che è in realtà alleata con una parte della maggioranza, siamo alla vigilia di un passaggio istituzionale delicatissimo come l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Per questo servono professionisti inattaccabili, davvero indipendenti e con esperienza giornalistica indiscutibile. Ci sono profili del genere dentro la Rai? Se sì, ben vengano. Ma dopo il totale fallimento delle nomine interne decise dai precedenti vertici gialloverdi, con il punto più basso toccato in termini di rispetto del pluralismo e della deontologia giornalistica, il servizio pubblico non può permettersi altri errori. Per questo ho detto di guardare all’esterno. Direttori di garanzia come di garanzia è stata la nomina di Mario Draghi a presidente del Consiglio, fuori dalle logiche di partito".