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Silvio Berlusconi al Quirinale, "il pallottoliere dentro Forza Italia". I numeri dei franchi tiratori

Sulla scrivania di Arcore c'è un taccuino che è il pallottoliere di Silvio Berlusconi per il Quirinale. Un sogno, forse impossibile. "È ossessionato - dice chi ci parla - ogni questione politica viene letta con la chiave del Colle". I conti, scrive il Fatto, secondo l'ex premier parlano di 452 voti. Alla Camera i deputati del centrodestra che lo sosterrebbero (tra Lega, FI , FdI, Cambiamo!, Noi con l'Italia) sulla carta sono 276, al Senato 140. A questi vanno aggiunti i 36 voti dei delegati regionali sui 58 totali. Il totale fa 452, 53 voti in meno dei 505 necessari per essere eletti alla quarta votazione. Tutti voti ipotetici perché nel segreto dell'urna, si sa, i franchi tiratori sono i protagonisti.

 

 

 

 

 Berlusconi ha iniziato a corteggiare i renziani: per avere qualche possibilità di farcela l'ex premier ha bisogno del sostegno dei 43 parlamentari di Italia Viva. A quel punto gli mancherebbero solo una decina di grandi elettori. Che Renzi ci stia, al momento è un'ipotesi lontana visto che il suo candidato resta Pier Ferdinando Casini ma tanto vale provarci. "E così sono partiti gli abboccamenti: Renzi e l'ex Cavaliere dovevano incontrarsi in gran segreto a Roma, ma quando la notizia è uscita il faccia a faccia è stato annullato. Un indizio sono anche i rapporti frequenti tra Renzi e Gianni Letta e Niccolò Ghedini e in FI si racconta che da Arcore siano iniziate le telefonate ai parlamentari renziani ed ex 5S per tastare le loro disponibilità", scrive il Fatto.

 

 

 

 

 

Ma Berlusconi deve sedare la rivolta nel suo partito. "Ma com' è possibile che mentre io faccio fare pace a Salvini e Meloni e incontro la Merkel, questi litigano sul capogruppo?" si è sfogato coi suoi. Renato Brunetta ha proposto una coalizione per Draghi "tra popolari, liberali e socialisti" che si distacchi dai sovranisti di Lega e FdI e ha proposto di mandare Draghi al Colle. Le parole di Brunetta non sono piaciute all'ala filo-sovranista di FI né a Salvini. Nel frattempo Gelmini ribadisce le accuse al cerchio magico di Berlusconi: "Il populismo non tira più".