Inchiesta "Lobby nera"
Fratelli d'Italia, Fidanza e Jonghi Lavarini indagati: non solo riciclaggio e finanziamento illecito, una pesante indiscrezione
L'assalto a Fratelli d'Italia non è più solo giornalistico: l'europarlamentare di FdI Carlo Fidanza (che si è auto-sospeso venerdì scorso) e Roberto Jonghi Lavarini, l'ormai famoso "barone nero" (che non è però iscritto al partito), sono indagati per violazione della legge sul finanziamento dei partiti e riciclaggio a Milano. Tutto è nato dalla video-inchiesta di Fanpage sulla "lobby nera" a Milano, andata in onda giovedì scorso a Piazzapulita su La7, sull'onda della quale la Procura meneghina aveva deciso di aprire un fascicolo. L'appartamento di Lavarini è stato perquisito oggi dalla Guardia di Finanza.
La commistione tra (presunti) finanziamenti elettorali in nero e ambienti filo-nazisti e filo-fascisti diventa dunque materia giudiziaria, soprattutto per quanto riguarda il primo "filone". Coinvolta nell'inchiesta di Fanpage anche Chiara Valcepina, candidata in consiglio comunale a Milano per FdI ed eletta consigliera con 903 preferenze, la più votata tra i meloniani. Ma delle battute registrate dalle telecamere nascoste del giornalista di Fanpage su Hitler e una donna di religione ebraica, spiega il Corriere della Sera, verranno "approfondite" dal pm Basilone che fa parte della sezione della Procura che si occupa, oltre che di terrorismo, anche del reato di apologia del fascismo.
La vicenda ha fatto subito prendere le distanze a Giorgia Meloni. E anche un big come il fondatore Guido Crosetto ha tenuto a precisare, ospite di Nicola Porro a Quarta repubblica lunedì sera su Rete 4: "Io sono un democratico convinto, tanto non interessa raccontare che FdI è stata fondata anche da liberali e democratici. Il tema è giudicare la Meloni sulla politica che fa". Peraltro, sottolineava ancora Crosetto, la Meloni "ha fatto una direttiva 2 anni fa di allontanare tutti quelli che inneggiavano anche sui social al fascismo". "Io ho fondato Fratelli d'Italia e non ho nessun problema a condannare chi fa il saluto fascista o fa battute sugli ebrei - concludeva -, non ho bisogno di giustificarmi perché è la mia vita che testimonia".