Ignitor

Luigi Bisignani, l'indiscrezione: "Mario Draghi ha un problema atomico con Putin"

"Ignitor: questo il nome del problema atomico di Draghi con Putin". Luigi Bisignani, su il Tempo, parla di una questione "che rischia di far slittare ancora il tanto agognato G20 straordinario sull'Afghanistan che sta consumando ogni energia di Super Mario". La vicenda Ignitor, spiega Bisignani, "ha scatenato i risentimenti verso l'Italia di tutto il mondo sovietico della scienza".

 

I Paesi maggiormente interessati alla crisi afghana (Russia, Cina, Pakistan, Tajildstan) si sono incontrati e coordinati subito dopo la caduta di Kabul in seno all'organizzazione regionale di sicurezza già esistente e non hanno alcun interesse a questo G20. "Al centro dell'affaire Ignitor invece l'Eni di Claudio Descalzi. Nei giorni scorsi, il Cane a sei zampe ha annunciato di aver condotto, con successo, assieme a Cfs e al Mit di Boston, il primo test di un super magnete che dovrebbe gestire la fusione nucleare di deuterio e trizio a confinamento magnetico, in grado, in sostanza, di contenere l'effetto di un potentissimo fenomeno termonucleare".

Peccato, prosegue Bisgnani, "per la grave estromissione dei russi che è stata presa come un affronto". Ignitor è nato "dall'intuizione di uno dei più grandi fisici italiani, il professor Bruno Coppi, che ha portato avanti questi studi con il supporto decisivo del governo italiano in stretta collaborazione con le massime autorità scientifiche e politiche della Russia". Il progetto, "sovrapponibile né più né meno a quello annunciato dall'Eni nei giorni scorsi, è stato uno dei successi del governo Berlusconi, che lo fece addirittura approvare dal Cipe". Ignitor, ricorda Bisignani, "fu persino oggetto di un protocollo speciale firmato a Villa Gemetto in Brianza, nel 2010, da Berlusconi e Putin in un vertice dedicato proprio alla collaborazione nel campo energetico che segnava anche una triangolazione importante tra Usa e Russia sotto la regia dell'Italia con la benedizione delle rispettive intelligence".

 

Da qualche giorno, il disagio dei fisici italiani e di molte istituzioni governative che hanno lavorato al progetto cosi come le rimostranze russe, sono sul tavolo del capo del Governo che sta cercando di capire come mai questa iniziativa triangolare abbia preso poi un'altra strada, tagliando fuori proprio Mosca. Certamente non può essere frutto del noto filo-atlantismo di Draghi, il quale probabilmente non ne sapeva nulla, travolto com' è dai vaccini e dai fondi del Pnrr in lista d'attesa per essere spesi. Anche perché, in verità, ha molto bisogno di recuperare con Putin se vuole averlo, quanto meno in streaming, nel G20".  Conclude Bisignani: "Questa volta, per riallacciare con Putin, a Super Mario farebbe comodo qualche dritta di Berlusconi".