Nome pesantissimo
Quirinale, "non Berlusconi ma il berlusconiano di ferro": il nome proposto dal Pd (nel Transatlantico chiuso)
Nel toto-Colle partito con largo anticipo ci si infila pure il "giallo" del Transatlantico vuoto e interdetto ai giornalisti. Il grande corridoio di Montecitorio è da sempre il luogo simbolo delle trattative segrete, dei gossip scatenati, dei tam tam impazziti. Lì nascono le candidature o vengono affossati i sogni degli aspiranti presidenti. Ma oggi è "l'icona di una Montecitorio dimezzata, metafora di una politica lobotomizzata", sottolinea un retroscena di Francesco Verderami, l'uomo delle indiscrezioni del Corriere della Sera.
Leggi anche: Quirinale, Giancarlo Giorgetti sgancia la bomba sul Parlamento: cosa succede se mandano Draghi al Colle
Chiuso durante l'emergenza Covid per evitare pericolosi assembramenti tra deputati, portaborse e politici vari e di ogni estrazione, sulla carta verrà messo in sicurezza oltre che con i vaccini anche con l'esibizione obbligatoria del Green pass. "Per una volta - scrive Verderami - Lega e Pd concordano" e il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari "si appresta a chiedere a Fico la «liberazione del Transatlantico e la riapertura della buvette». Non c'è solo una questione di comodità degli onorevoli, a cui senza dubbio manca l'incontrarsi e il poter parlare un po' più liberamente, magari nella cornice elegante e decadente del "bar di lusso" di Montecitorio.
"Non si potrà insistere con la tesi del distanziamento, dato che in treno e in aereo i viaggiatori stanno seduti gli uni accanto agli altri", spiega Molinari trovandosi d'accordo con la capogruppo dem Debora Serracchiani: "Fummo i primi a dare l'esempio, al sorgere della pandemia. E adesso, grazie alla carta verde, siamo ansiosi come tutti gli italiani di tornare alla normalità, recuperando gli spazi di vita e di democrazia". In ballo, come detto, c'è anche il Quririnale: "Si avvicina il momento della Corsa e bisognerà ospitare i mille e otto grandi elettori che dovranno eleggere il capo dello Stato.
In Transatlantico si sono spesso consumati tradimenti dell'ultima ora che hanno scombinato accordi presi in altri luoghi. Già si scorgono le prime trame. E se da una parte si fa un gran parlare dell'asse tra Salvini e Renzi, dall'altra si scorge l'intesa tra Letta e Meloni", scrive Verderami. Gira voce di una candidatura clamorosa, quella di Gianni Letta, nominato da un esponente della segreteria dem (anche se resiste il veto del M5s). Ma c'è chi dietro la chiusura del Transatlantico ci vede del marcio: "Non vorrei che si prolungasse per tenere ancora lontani i giornalisti", spiega il renziano Michele Anzaldi, sempre molto polemico. Quasi una emergenza democratica.