Giù le mani

Bollette, Matteo Salvini sfida Mario Draghi: "Se vuole, può evitare gli aumenti". Il silenzio del premier

Salvatore Dama

Matteo Salvini richiama Mario Draghi. Il presidente del Consiglio aveva promesso che non sarebbero aumentate le tasse. E ora il leader della Lega chiede al capo del governo il rispetto della parola data. La priorità del Carroccio, spiega Salvini, è scongiurare l'aumento delle bollette della luce e del gas: «Per la metà si tratta di tasse, se vuole il governo può farlo subito, tagliando una parte dell'Iva, l'ho chiesto a Draghi». Una mazzata sui consumi energetici è «fuori discussione», assicura il Capitano: «Draghi aveva preso con me l'impegno a non far crescere neanche una tassa. Qualcuno invece ora vorrebbe aumentare anche l'Imu, la tassa su negozi, case e capannoni che è già più cara del necessario. Non si può immaginare un aumento, ma c'è gente che ha queste priorità». Chi? Salvini attacca Partito democratico e Movimento Cinque Stelle. «Non lasciamo il governo nelle loro mani, se vogliono si spostino Giuseppe Conte e Enrico Letta. Noi stiamo qui a vigilare. Però al presidente Draghi chiediamo parole chiare» sugli aumenti. «Questo è un dovere da parte del governo, perché le famiglie si devono rialzare dopo un anno e mezzo di Covid».

 

 

 

Il nodo Quota 100

E non è solo la bolletta energetica. «Non è pensabile aumentare l'Imu. La casa, in Italia, è già tartassata. Non permetteremo alcun aumento», ribadisce Salvini. Che è pronto a puntare i piedi anche sulle pensioni. La Lega vuole «confermare Quota 100 e togliere il reddito di cittadinanza a chi non ha voglia di lavorare». L'aiuto economico «a chi non può lavorare è un conto, lì lo Stato ha il dovere di intervenire, ma noi stiamo regalando miliardi di euro non a chi rifiuta di lavorare». Per Salvini «le priorità di Letta sono ius soli, Ddl Zan e droga libera. Per me invece le priorità di questo Paese non sono queste, sono scelte di vita». Il Pd e i Cinque stelle vogliono cancellare Quota Cento e confermare il reddito di cittadinanza? «Da che parte andrà il Paese si vedrà in Parlamento e al governo. Io nuove tasse non le voto e non le voglio», taglia corto il leader leghista. La Lega governativa si muove. L'esecutivo, annuncia il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, «farà un provvedimento d'urgenza per cercare di ridurre l'impatto» del rincaro delle bollette «sulle famiglie, sui consumatori e anche sulle imprese». Dopo poi, aggiunge Giorgetti, «c'è tutto un tema su che energia produrre, quanta produrne, come consumarla, che riguarda le grandi scelte che abbiamo preso in Europa», aggiunge il ministro. «Dobbiamo essere coscienti che questo tipo di scelte hanno un costo e dobbiamo decidere come distribuirlo. Come si produce l'energia non è una questione banale in termini di scelta».

 

 

 

Cdm in settimana

Durante la giornata interviene anche il premier Mario Draghi. Ma parlando dei massimi sistemi e sfuggendo alla questione specifica: come evitare il salasso energetico. Dinanzi al cambiamento climatico, riflette il capo del governo, i paesi europei sono in partenza nel viaggio verso la transizione, ma partono da posizioni diverse. «I Paesi del Nord rispetto a quelli del Sud dipendono meno da certi idrocarburi», sottolinea il presidente del Consiglio durante la conferenza Eu Med 9 ad Atene. A proposito dei costi sociali della transizione, Draghi fa propri i timori sull'aumento delle bollette, che «potrebbero essere significativi». In tutto questo «dobbiamo chiederci se il debito che accumuleremo sarà sostenibile». Comunque l'argomento è in agenda, assicura l'ex banchiere, ed è oggetto di confronto in sede europea: «Abbiamo discusso anche dell'aumento dei prezzi di gas naturale e delle esperienze di alcuni Paesi», assicura. Le misure per evitare la stangata delle bollette dovrebbero arrivare in consiglio dei ministri entro la settimana. Si parla di un intervento tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro, mentre si allungano i tempi per la riforma del fisco e il provvedimento sulla concorrenza.