Partita aperta
Dario Franceschini, il retroscena: la nomina all'Archivio di Stato per frenare la corsa al Quirinale di Mario Draghi?
Una corsa al Colle irta di ostacoli. In vista della fine del mandato di Sergio Mattarella non mancano i primi sgarbi. Protagonisti Dario Franceschini e Mario Draghi. Tutta colpa della nomina del nuovo sovrintendente dell'Archivio di Stato. Il ministro dei Beni culturali ha nominato al vertice dell'Archivio centrale dello Stato Andrea De Pasquale, già direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma. Un nome contestato dai familiari delle vittime delle stragi italiane, che in una lettera si sono rivolte subite al presidente del Consiglio. Il motivo - ricorda Il Fatto Quotidiano - è un altro importante compito affidato al sovrintendente dell'Archivio. Ossia guidare il comitato che deve attuare la "direttiva Renzi", quella che gestisce i documenti declassificati sulle stragi.
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Ecco allora la rabbia dei parenti delle vittime. De Pasquale, da direttore della Biblioteca nazionale, aveva annunciato l'acquisizione del fondo Rauti con un comunicato senza contestualizzare la figura e il ruolo di Pino Rauti: militante dei Fasci di azione rivoluzionaria e fondatore di Ordine nuovo, "che - prosegue Il Fatto - secondo sentenze definitive è l'organizzatore dell'attentato di piazza Fontana e di quello in piazza della Loggia".
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Una scelta, quella di Franceschini, che non ha trovato d'accordo il premier. Dopo la nomina Draghi ha deciso di togliere a De Pasquale la guida del comitato sulla declassificazione, affidata invece al segretario generale della presidenza del Consiglio. Una decisione che deve essere letta in vista delle nuove elezioni del presidente della Repubblica? Chissà. Certo è che Franceschini non ha mai fatto mistero di puntare al Quirinale se Draghi dovesse restare a Palazzo Chigi. Così come spera tutto il Partito democratico.