Difficile trattativa
Green pass, Matteo Salvini avverte Mario Draghi: "Pronti a votare gli emendamenti di FdI"
La Lega ha ritirato i propri emendamenti sul Green pass, ma potrebbe votare quelli di Fratelli d'Italia. Non sono finite le turbolenze per Mario Draghi e la maggioranza: ad annunciarlo, dopo l'uscita in avanscoperta del leghista "ribelle" Claudio Borghi, è lo stesso leader Matteo Salvini, secondo cui "se ci sono proposte che condividiamo, da chiunque arrivino, le sosterremo". Considerando che Borghi aveva sottolineato proprio la "similitudine" tra gli emendamenti di Giorgia Meloni e quelli del Carroccio, favorevoli ai tamponi gratuiti ma contrari all'obbligo vaccinale e a una estensione generalizzata del Green pass.
"Chi dice no al Green Pass viene identificato con i No Vax, mi pare una cosa paradossale - incalza intanto la Meloni -. Il Pass non ci mette al riparo dal contagio". Dopo aver ridotto a una cinquantina gli oltre 900 emendamenti proposti, la Lega ha cercato ulteriormente di mediare con Palazzo Chigi. D'altronde, nella sua accelerazione sul Green pass Draghi aveva trovato anche la sponda di Giancarlo Giorgetti, numero due di Salvini, creando una profonda spaccatura nel partito. La mossa di Salvini va dunque intesa come un tentativo di ricucire con il premier senza tagliare i ponti con l'ala più scettica dei leghisti: "Noi abbiamo dimostrato buona volontà. È chiaro che se le nostre proposte in Aula verranno bocciate, voteremo di conseguenza". Dal Pd sono subito arrivate le accuse di "ambiguità": "Salvini decida se stare in maggioranza o all'opposizione", ha attaccato la capogruppo dem a Montecitorio Deborah Serracchiani in Aula, cavalcando la polemica strumentale già lanciata nel weekend da Enrico Letta.
Ma la situazione, anche dentro al governo, è molto più sfumata di quanto la sortita di Draghi può fare intendere. Basta ascoltare il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, non certo uno scalmanato no vax: "Non si può imporre il Green Pass anche sul trasporto pubblico locale, semplicemente perché dal punto di vista organizzativo non sarebbe gestibile". Insomma, occorre trovare un punto di incontro dentro il Parlamento, ma soprattutto fuori, nel Paese reale, dove non tutti i No Green pass sono semplicemente No vax.