Per un voto in più

Giuseppe Conte, 'o scugnizzo: la sceneggiata del leader grillino a Napoli, "amma suffrì"

Brunella Bolloli

«Amma suffrì» (dobbiamo soffrire), dice Giuseppe Conte e addenta una sfogliatella nella pasticceria più nota di Napoli. Madò che squisitezza. Vicino c'è una coppia di giovani sposi e scattano il selfie e gli auguri, poi in strada passa un minibus e l'ex premier sale a bordo, saluta l'autista e i passeggeri e si fa portare a casa di una signora che ha 110 anni e forse a ottobre voterà ancora. Naturalmente il candidato di Conte è Gaetano Manfredi, serissimo ex rettore dell'università Federico II, già ministro deell'Università e della Ricerca nel secondo governo Conte, ingegnere e accademico, talmente poco "politico" che hanno dovuto ingaggiare un curatore d'immagine (lo stesso che aveva seguito la campagna di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna) per aumentargli l'appeal e farlo sembrare più mediatico. Manfredi, tuttavia, è in testa nei sondaggi per la corsa a sindaco di Napoli, non fosse altro perché all'ombra del Vesuvio Pd e Movimento Cinquestelle hanno trovato l'accordo subito, non come a Roma dove la partita è apertissima. 

 

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In Campania, patria dello sceriffo De Luca, del presidente della Camera Roberto Fico (ieri c'era anche lui) e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il centrosinistra di governo non poteva permettersi di fare la figuraccia di andare diviso né il Pd ha recitato la solita farsa delle primarie. Si è trovato un accordo su Manfredi che sfiderà l'ex pm Catello Maresca per il centrodestra, Antonio Bassolino, che corre da indipendente (e rischia di rosicchiare voti un po' qua e un po' là) e Alessandra Clemente, assessore del sindaco uscente Luigi De Magistris. A un certo punto si era perfino vociferato dello stesso Conte in lizza nel capoluogo partenopeo, ma poi lui ha smentito: «Falso, non mi candido». E infatti, dopo discussioni, liti e riappacificazioni, Giuseppi è riuscito in qualche modo a farsi incoronare capo dei Cinquestelle e in tale veste ieri ha cominciato il suo tour per l'Italia che vota. 

 

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Al rione Sanità, ieri, tutti lo volevano e Manfredi, con una certa riluttanza, ha dovuto rendersi conto che il protagonista della giornata era l'altro, che in città è simpatico a tanti, forse perché continua a difendere come uno scudo umano il reddito di cittadinanza, nonostante abbia tutti contro, da Salvini a Renzi. «Abolire il reddito di cittadinanza sarebbe la rottura di un patto di lealtà e di una logica di sostegno e collaborazione», ha spiegato Conte. «Ma il M5S sosterrà il governo dal momento che il premier Draghi ha confermato che condivide la misura». Insomma, Conte non vuol sentire parlare di abrogazione del reddito di cittadinanza, baluardo grillino, e facendo la voce dura, a un certo punto, ha dichiarato: «Cancellarlo significa avere un comportamento vigliacco, fare un'aggressione vigliacca. Stiamo parlando anche di pensionati e di una platea di beneficiari che non ha di che mangiare». 

L'affondo sulla Meloni che è una «privilegiata» perché «ha lo stipendio da parlamentare» fa parte del coté di giornata, servito dal nuovo capo pentastellato per compiacere gli elettori del Movimento che altrimenti non saprebbe come fare per rimanere in Parlamento, visto che ogni altra misura del governo giallorosso è stata sbullonata da Draghi. Giuseppi, comunque, non perde il sorriso. A Scampia ha giocato a tennis con i ragazzi, ha tirato i rigori nel campetto di calcio, ha mangiato la pizza con Manfredi nella più buona pizzeria di Napoli e oggi salirà in Veneto per il suo tour elettorale. Toccherà ogni paese e città in cui si vota. Perché «è il momento della semina», di «riossigenare il Movimento» e «anche se perdiamo non importa». Almeno a Napoli, a parte qualche piccola contestazione, gli vogliono bene.

 

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