Dietro le quinte
Goffredo Bettini, tira aria di voto anticipato. Il retroscena di Maria Teresa Meli: è caos nel Pd
Hanno creato il caos le parole di Goffredo Bettini all'interno del Partito democratico dopo che ha ventilato l'ipotesi di un ritorno alle urne. Alla festa del Fatto, Bettini, che è uno dei fondatori del partito, scrive Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera, ha detto: "È sbagliato dire, anche da parte nostra, che quello di Draghi è il nostro governo perché è un governo del presidente, uno governo di garanzia repubblicana, che non è di nessun partito" E poi: "Andando avanti nella legislatura rischiamo di logorare Draghi, che è una risorsa repubblicana, che io vorrei conservare anche rispetto al Quirinale".
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Di queste dichiarazioni hanno fatto scoppiare l'inferno due elementi: da una parte Bettini "ha dato l'impressione di voler prendere le distanze da Draghi", dall'altra, "prefigurando l'ipotesi di un suo insediamento al Colle, ha aperto alla possibilità di elezioni anticipate".
Furiosi i dem di Base riformista, la corrente di Lorenzo Guerini e Luca Lotti, che "è partita lancia in resta contro l'ex europarlamentare. E qualche parlamentare lo ha accusato di aver così messo in difficoltà Enrico Letta". Ma Bettini ribatte che una personalità come Draghi al Quirinale sarebbe una "garanzia per l'Italia" ed esprime tutto il suo apprezzamento per il suo segretario.
Il quale però, da Cernobbio pronuncia frasi ben diverse sul premier Draghi e sulla legislatura. "Il governo deve durare fino al 2023". Poi riflette con i suoi sulle parole di Bettini: "Esprime pareri da voce indipendente qual è, e comunque alimenta un confronto pubblico che una forza sana non può temere. Di Quirinale, però, si deve parlare dopo Natale, prima si fa solo il gioco di Salvini e Meloni". Insomma, la polemica è ormai scoppiata nel Pd. Il problema è che sullo sfondo c'è "il Congresso del partito, che si terrà nell'autunno del 2022, e il non ancora risolto tema dei rapporti con i 5 Stelle. Base riformista teme che il Pd prenda una deriva troppo di sinistra, Bettini, Beppe Provenzano e Andrea Orlando spronano invece Letta a imboccare quella direzione". Cosa ne sarà del Pd?