Dietro le quinte
Matteo Renzi, Gianfranco Rotondi svela il piano per la corsa al Colle: "Cartabia o Casini, poi una nuova forza politica"
Matteo Renzi sta facendo grandi manovre per la partita del Quirinale. A svelare un retroscena sul leader di Italia Viva è Gianfranco Rotondi che nel suo blog per Huffingtonpost analizza gli interventi di Renzi, Marta Cartabia e Pier Ferdinando Casini in ricordo di Martinazzoli. "Oggi sono dieci anni che Mino Martinazzoli è mancato. Dei morti si dice che parlano ancora, che sono attuali. Spesso è retorica, nel caso di Martinazzoli evidentemente no, visto che per le celebrazioni del suo decennale è passato nientemeno che il fiume carsico delle grandi manovre per il Quirinale".
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Osserva Rotondi che "alla commemorazione di area dell’indimenticabile Mino, che si è svolta ieri a Castenedolo, Renzi ha portato i suoi due candidati al Quirinale: Marta Cartabia e Pier Ferdinando Casini", appunto. Sono loro "le due carte - manco tanto coperte - con cui il grande tattico di Rignano si accomoda al tavolo del risiko più spericolato della politica italiana, il Toto-Quirinale".
Anche perché Matteo Renzi, sottolinea Rotondi, "è già stato kingmaker" di Sergio Mattarella. E "vuole esserlo di nuovo". Anzi, "deve esserlo di nuovo", perché "da ciò dipende la sua sopravvivenza politica". Come diceva Cossiga, del resto, "ogni candidato al Quirinale sottintende un disegno politico, che il presidente eventualmente eletto si impegna a favorire". Quello di Renzi "è noto: una forza centrale che sparigli destra e sinistra, un macronismo italiano che - essendo appunto italiano - non può eludere la questione cattolica". Cartabia e Casini, conclude Rotondi, "sono dentro questa narrazione, fino in fondo. Renzi non sa chi dei due andrà avanti, perciò li sostiene entrambi, dichiaratamente. E li ha portati a Castenedolo, tanto per mettere in chiaro quale è il disegno e quale è la cambiale da sottoscrivere".