Il retroscena
Giuseppe Conte kamikaze, la strategia per fare fuori Draghi (e Grillo): perché ora vuole sabotare le amministrative
Giuseppe Conte sta sabotando la partita del Movimento 5 stelle alle amministrative? In tanti, tra i grillini, ormai cominciano a chiederselo. "Ma Conte a che gioco sta giocando?", sbottaun big 5S parlando del voto nelle città in programma tra un mese. Le elezioni comunali sono il primo vero banco di prova per il neo capo del M5s e chi gestisce da sempre le operazioni sui territori non si fida dei nuovi vertici contiani, rivela il Giornale in un retroscena, e non riescono a spiegarsi questa ritirata dalle urne. In tanti comuni, infatti, gli elettori non troveranno il simbolo del Movimento sulla scheda.
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Ma si sa che la vera sfida è Roma. Nonostante tra Conte e Virginia Raggi la tensione sia alle stelle, ieri 4 settembre, l'ex premier si è presentato a San Basilio, periferia romana, per presentare le liste del M5s insieme alla sindaca. La quale lancia subito una frecciata allo sfidante del Pd Roberto Gualtieri: "Quando era ministro non ha dato un euro alla Capitale". E Conte che secondo alcuni rumors avrebbe fatto accordi sottobanco con Gualtieri, corre ai ripari: "Con Roberto ho un ottimo rapporto personale, era il mio ministro dell'Economia, abbiamo lavorato molto bene insieme, ciò non toglie che Virginia va sostenuta in questo momento".
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Insomma, tanti grillini credono che il neo presidente voglia perdere le amministrative. "Se facciamo flop non gli dispiace, anzi", si sfoga un parlamentare. La strategia di Conte, rivelano fonti pentastellate, è che "dopo una débâcle alle comunali potrebbe far uscire qualcuno dei suoi a dire che la sconfitta è stata colpa del fatto che siamo al governo con Draghi". Sostenuto da Alessandro Di Battista, che vuole tornare sulla scena, Conte punta a riprendersi Palazzo Chigi, magari alla guida di una federazione con il Pd.
Per questo il neo leader del Movimento spera in un vittoria del centrosinistra alle amministrative. Perché a quel punta Enrico Letta punterebbe alle urne nel 2022, facendo fuori Mario Draghi. E a livello interno l'obiettivo è far fuori l'ala "governista", quella capeggiata dal Garante Beppe Grillo, con il quale la resa dei conti è stata solo rinviata.