Il filosofo
Massimo Cacciari contro l'obbligo vaccinale: "Non si può solo obbedire e combattere, in democrazia è necessario discutere"
C'è una bella differenza tra essere no vax e discutere sull'obbligatorietà del vaccino secondo Massimo Cacciari. "E' necessario e urgente riportare la discussione sui binari della responsabilità e del ragionamento. In democrazia è sempre necessario discutere; non vi può essere alcun momento nella vita democratica in cui si debba soltanto obbedire e combattere", dice il filosofo in una intervista a La Stampa. "Gli insulti e i vaneggiamenti di chi mi ha trattato come un no-vax trumpiano anti-scientifico, magari affascinato da qualche forma di medicina magica, sono purtroppo la punta emersa di una indifferenza oggi sempre più diffusa al problema delle libertà individuali", osserva. "E' storicamente inevitabile che ciò avvenga in periodi di grande crisi e rapidissime trasformazioni".
Secondo Cacciari "dovrebbe apparirci ancora più vitale affrontare con grande cura, sotto ogni aspetto, culturale e giuridico, quei passaggi in cui, per le più varie ragioni, esse entrano in una zona d'ombra o di sofferenza". Quindi il filosofo pone una serie di interrogativi a giuristi, costituzionalisti e più in generale alla scienza: "E' o non è in contraddizione col regolamento UE 2021/953, che vietava ogni discriminazione, l'istituzione del Green Pass, nei termini in cui diventerà legge in Italia?".
E poi, "risulta loro di essere stati precisamente informati su andamento dell'epidemia, vaccino, vaccini, loro possibili conseguenze, eccetera?". Sostiene poi che "democrazia è critica, informazione, domandare e ascoltare da chi è competente" e conclude: "Mi auguro che in sede di conversione in legge del Decreto a queste domande si diano attendibili risposte. Che domande e risposte vengano espresse in modo ragionevole e civile. E soprattutto che finalmente vengano indicati con chiarezza i criteri in base ai quali verrà posto fine allo stato di 'emergenza'".