disfatta giallorossa
Ddl Zan, Pd e M5s si schiantano in Senato: "Sospensiva, un solo voto di scarto"
Il ddl Zan rischia grosso. Nel secondo round in Senato la legge contro l'omotransfobia ha visto il rigetto della sospensiva presentata da Lega e Forza Italia. La mancata approvazione ha però ricevuto un solo voto in più rispetto ai favorevoli. Stiamo parlando di 136 voti a fronte dei 135. Cifre che hanno alimentato l'irritazione di Fratelli d'Italia ai danni degli alleati, alcuni di loro assenti non giustificati. Si tratta di quattro senatori del partito di Silvio Berlusconi e tre di Matteo Salvini che avrebbero - è l'accusa di Giorgia Meloni - aver potuto fare la differenza. Con loro assenti anche 5 del Movimento 5 Stelle.
Quello che dimostra la votazione è comunque uno svantaggio del centrosinistra che si ritrova con giusto un voto in più. Troppo poco per far passare una legge molto controversa. "Immaginate - si chiede lo stesso Matteo Renzi - cosa potrà accadere con il voto segreto". E ancora, il leader di Italia Viva che i giorni scorsi aveva ostacolato il ddl Zan chiedendo varie modifiche: "Per quanto riguarda la legge Zan, i numeri sono a rischio al Senato; e siccome sono a rischio, serve un grande accordo perché a scrutinio segreto questa legge non passa. Chi vuole andare allo scontro lo sta facendo per affossare la legge. Io sono per una legge che tuteli i ragazzi gay, i ragazzi trans. Si cambino gli articoli 1 4 e 7 e si va a chiudere alla Camera nel giro di 15 giorni".
Poi la frecciata agli influencer ormai paladini della sinistra, che nei giorni scorsi hanno preso di mira Renzi e i politici come lui definendoli "uno schifo": "Per fare una legge però non ci vogliono i like di Fedez, ci vogliono i voti in Parlamento ed i voti in Parlamento a scrutinio segreto rischiano di non esserci. Siccome io un po' di dinamiche parlamentari ho imparato a conoscerle, dico che se siamo intelligenti e saggi si fa un compromesso e si fa la legge. Se la gente dice che non vuole il compromesso, vuole perdere, e gli piace perdere, e a me perdere non piace, ho già perso tanto". E infatti il voto segreto, così facendo può davvero compromettere la battaglia della sinistra che rischia ancora una volta di schiantarsi.