Fine di un'era
Renato Mannheimer sul M5s: "Ecco perché senza Beppe Grillo potrebbe non correre alle prossime elezioni"
Quale che sia l'esito dello scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, il Movimento 5 Stelle non sarà mai più lo stesso di prima. Secondo gli ultimi sondaggi, in caso di uscita di scena del garante, ai grillini non rimarrebbe che un misero 7-8 per cento: roba da partitino che non potrebbe far altro che subordinarsi al Pd, che pure non è che se la passi tanto bene.
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Intervistato da Il Giornale, Renato Mannheimer è certo che il M5s come lo abbiamo conosciuto per un decennio non esiste più: "Gli è rimasto il nome, ma la sostanza è cambiata. E' probabile che i 5 Stelle come li abbiamo conosciuti siano finiti". Neanche l'eventuale avvento dell'ex premier potrebbe cambiare le cose: "Da una parte Conte gode di un'ampia popolarità ma difficilmente riuscirà a mettere insieme un partito che, soprattutto, resista per due anni senza essere al governo". Mentre Grillo sembra ormai aver fatto il suo tempo: "Lui è stato l'ideatore - ha dichiarato Mannheimer - il volto, la voce, il richiamo dei Cinquestelle, che con lui di voti ne hanno presi tanti. Senza le sue invettive, le sue provocazioni e la sua capacità di intercettare la protesta e l'indignazione del popolo, il M5s non ha più senso. Quindi non so neanche se alle prossime elezioni ci potrà essere un M5s".
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Potrebbe invece presentarsi una lista Conte, dato che l'ex premier gode ancora di un certo entusiasmo tra la gente: "Dopo Draghi - ha spiegato Mannheimer a Il Giornale - è l'uomo più popolare in Italia, se la gioca con Giorgia Meloni". A proposito di quest'ultima, oggi è la politica con più presa nell'elettorato: "Va benissimo, approfitta di essere all'opposizione per aumentare la sua popolarità. E' molto brava anche perché fa un'opposizione senza urlare, con toni non sguaiati o maleducati nei confronti del governo e questo stile comunicativo è molto apprezzato".
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