In bilico
Ddl Zan, per Enrico Letta l'incubo del voto segreto: i franchi tiratori (piddini compresi) che possono affondare la legge
Il tanto discusso ddl Zan arriverà al Senato quasi sicuramente il 13 luglio. Le votazioni, però, saranno a scrutinio segreto e stando alle prime previsioni, sulla carta ci sono 168 favorevoli e 151 contrari. Al netto di franchi tiratori. La segretezza, infatti, potrebbe spingere diversi parlamentari a votare diversamente rispetto al partito di appartenenza. Matteo Renzi, che ha detto la sua in un'intervista a Repubblica, teme proprio questo: "Suggerisco prudenza: se con il voto segreto va sotto su un emendamento, la legge rischia di essere affossata. Una legge serve e va approvata velocemente: i promotori devono decidere se accettare alcune modifiche con una maggioranza ampia o rischiare a scrutinio segreto su questo testo".
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I voti che "ballano", come riporta il Corriere della Sera, al momento sarebbero almeno una ventina. Ecco perché nei corridoi del Senato si parla di quali potrebbero essere gli scenari durante la votazione. La preoccupazione della vecchia maggioranza giallorossa è che senza un accordo possano emergere numerosi franchi tiratori. In particolare, sui 38 senatori del Pd l’impressione è che 5 potrebbero essere i voti in dissenso rispetto al gruppo: tra questi i cattolici Stefano Collina e Mino Taricco. Allo stesso tempo si considera insidiosa anche la posizione di Italia viva, che conta 17 senatori: in 7 sembrerebbero decisi a votare contro.
A creare preoccupazione è anche il M5s, che non sta vivendo un periodo facile per via dei dissapori tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte: nella migliore delle ipotesi, comunque, si contano soltanto 10 contrari su 75 senatori. Sembra scontato, invece, il sostegno dei 6 senatori di Leu che siedono nel Misto. Così com'è scontato il voto contrario di Lega e Fratelli d'Italia, che hanno sempre chiesto di bloccare o modificare il provvedimento. Anche Forza Italia, infine, ha una linea di partito ben definita, anche se ci sarebbero almeno 7 senatori "ribelli".