Manovre a palazzo
Giuseppe Conte e Beppe Grillo, rottura totale: salta la presentazione del nuovo M5s, l'ex premier si fa il suo partito?
Quella che doveva diventare un'investitura da rifondatore, la rentrée nell'agone politico alla guida di un neo -Movimento con cui "sintetizzare" contismo e grillismo, si sta trasformando in una crisi nella crisi, con tanto di pericolosa eventualità al termine del climax: la scissione. Questa, a quanto filtra, è l'aria che si respira in casa 5 Stelle, dove fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo continua la gara di nervi sul profilo, i ruoli e soprattutto sul diritto all'ultima parola (arma fondamentale e sempre usata nei momenti topici dal guru dei pentastellati) nel partito. Domani, sulla carta, era in programma il gran giorno della presentazione del nuovo M5S - seguito dal neo -Statuto e dalla Carta dei valori - ma è stato tutto rinviato. A tenere banco, al contrario, è lo stallo messicano fra il comico e l'ex premier. Commovente il tentativo di minimizzare di Virginia Raggi, vicina ad entrambi: «Che succederà tra Conte e Grillo? Li sento entrambi, sono due persone che stimo», ha spiegato. «C'è sicuramente un confronto in atto e troveranno loro la soluzione. Credo che molto sia anche enfatizzato dai media». Per il sindaco di Roma, insomma, i due big starebbero solo «discutendo e riflettendo su alcuni dettagli».
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VERSIONI DIVERSE
Tutt' altro scenario è quello presentato da fonti di primo piano contattate da Libero: «I parlamentari», spiega chi conosce bene il clima fra i gruppi, «non vogliono un partito personale che, più o meno ufficialmente, metterebbe ai margini Grillo». Sono gli stessi dubbi che il guru ha manifestato più volte in questi giorni riguardo ai passaggi statutari scritti da Conte (i quali, a suo avviso, limiterebbero fortemente il profilo e l'operatività del garante, ossia di Grillo stesso) nonché su alcune scelte di campo dell'ex premier, come quella di non partecipare all'ultimo minuto all'incontro con l'ambasciatore cinese in Italia.
Dal versante Conte la versione ovviamente è diversa. Si lamentano le pressioni continue da parte di Grillo, in controtendenza con quell'agibilità fondamentale - secondo l'ex premier per rilanciare il MoVimento: proprio come richiesto dal fondatore. Di qui la battuta ripresa ieri dall'AdnKronos: «Grillo ha sempre detto che il M5s è biodegradabile: se il braccio di ferro con Conte non rientra, magari è arrivato il momento...». Non di «lasciar perdere», come si è sentito in questi giorni, ma addirittura di procedere con un clamoroso strappo per dare vita al partito di Conte: un'ipotesi che potrebbe far esplodere letteralmente la costellazione grillina, ancora sotto shock per il traumatico divorzio con Davide Casaleggio e la sua piattaforma Rousseau. Fantapolitica? Chissà. Intanto potrebbe far rientrare tutto l'atteso incontro fra i due, sempre che Grillo si decida ad arrivare a Roma. A quel punto non è escluso nemmeno un summit chiarificatore con i parlamentari disorientati dalle tensioni di questa fase e inquieti sullo ro destino. Tra le tante questioni dirimenti sul tavolo vi è la riforma del doppio mandato. Dossier sul quale Conte ha scelto di spostare in avanti la decisione, stretto com' è fra i parlamentari al primo mandato (che sperano nella linea intransigente di Grillo) e i fedelissimi di Luigi Di Maio: secondo i ben informati, questi ultimi (fra cui ministri e sottosegretari del Conte bis) nei giorni scorsi non avrebbero mancato di far capire chi "conta" per loro nel MoVimento, condividendo in massa la lettera inviata da Chico Forti in cui è attestato il continuo supporto del ministro degli Esteri per ottenere il suo rientro in Italia. Sono in tanti a chiedersi, a questo punto, in quanti se guirebbero l'avvocato di Volturara Appula in un'avventura in solitaria, dato che in casa pentastellata non sarà facile poter prescindere da gerarchie sedimentate.
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IL SONDAGGIO
A far sorridere parzialmente Conte ci ha pensato allora un sondaggio Sgw, secondo il quale «molti elettori grillini (il 65%)» confidano nella sua leadership «per una rinascita del movimento». Alla capacità dell'avvocato di ridare linfa ai penta stellati «crede anche metà dell'opinione pubblica», anche se in realtà «questa prospetta più una lieve crescita che un rilancio». Segno che Conte è di certo popolare fra gli elettori grillini mentre fatica ad accreditarsi fra gli eletti. E i problemi per lui potrebbero giungere pure dalle cause intentate dagli iscritti. I fan di Casaleggio, ad esempio, potrebbe vendicarsi con le carte bollate chiedendo - da statuto vigente - che la votazione sul "nuovo statuto" sia effettuata su Rousseau (e non sulla nuova piattaforma). Stesso discorso sulla mancata elezione del Comitato direttivo che avrebbe dovuto rappresentare la cabina di comando del M5S prima dell'indicazione di Conte da parte dell'"Elevato". Un'indicazione che ha moltiplicato, invece di ricomporre, la guerra fra bande.