L'analista
Giovanni Diamanti e le primarie Pd: "Poco da festeggiare". Il sondaggista demolisce Enrico Letta
"I dati mostrano sicuramente una leggera inversione di tendenza rispetto alle primarie di Torino. Ma a me pare che non ci sia tanto da festeggiare. Si è superata l’asticella minima, poco di più": Giovanni Diamanti, analista e fondatore dell’istituto di ricerca YouTrend spegne l'entusiasmo dem per le primarie di ieri a Roma e Bologna. Certo l'affluenza non è stata un flop come a Torino, ma ci sarebbero comunque dei punti critici.
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"Vedo nelle primarie dei limiti che prima non vedevo. Se il Pd ha un candidato forte è più probabile che le primarie abbiano la funzione di azzopparlo piuttosto che legittimarlo e rafforzarlo", ha detto l'analista in un'intervista al Giorno. Diamanti, poi, ha criticato anche le tempistiche: "Le primarie, anche se fatte con candidati competitivi tra di loro, vanno fatte un po’ prima, non a tre mesi dal voto, perché a Bologna ci si è scontrati duramente e non basta un appoggio formale di chi ha perso per ricompattarsi". E ancora: "Primarie fatte così a ridosso hanno i loro rischi".
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Alla fine, secondo fonti del Pd, a Roma hanno votato circa 45mila persone, mentre a Bologna più o meno 27mila. E a uscirne vincenti sono stati Roberto Gualtieri e Matteo Lepore. "La scommessa del Pd è che le primarie siano uno strumento ancora efficace. Un tempo i numeri erano ben diversi. È vero che i tempi sono cambiati ma questo livello di partecipazione potrebbe essere un campanello di allarme", ha spiegato Diamanti.
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