Il buco nero vaccini

Roberto Speranza, AstraZeneca e Camilla Canepa: "Massima chiarezza e comunicazione lineare", ministro in cortocircuito

"Massima chiarezza e comunicazione lineare". Roberto Speranza, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini, parla di AstraZeneca, vaccini e del caso di Camilla Canepa, la 18enne di Genova morta per trombosi dopo essere stata immunizzata agli Open Day di AZ. Il ministro della Salute rivendica l'attività del governo ma il cortocircuito è evidente: quello che lui chiede agli esperti di Cts, Ema e Aifa, non è quello che il Ministero ha dato agli italiani. E lo stesso caos degli Open Day di AstraZeneca, a cui sono stati invitati a vaccinarsi migliaia di giovani con le dosi di un siero che già era noto per essere "ideale" per gli over 60, ma non per i più giovani, è indicativo. L'impressione, insomma, è che nella corsa all'immunità di gregge e alla copertura della più ampia fetta di popolazione possibile (e, perché no, allo smaltimento delle dosi rimaste), il governo e gli esperti abbiano perso di vista il livello di rischio, sia pur minimo, a cui sono state esposte le fasce di popolazione più giovani. 

 

 

 

 

"A febbraio AstraZeneca era buono fino a 55 anni - gli ricorda Giannini -, poi si è arrivati a 65, poi è diventato raccomandato per gli over 60, ora va dato solo a loro. Così si crea disorientamento, no?". Risposta del ministro: "Come in tutti i principali Paesi europei e del mondo, abbiamo mutato le indicazioni seguendo il parere delle agenzie regolatorie, del Comitato tecnico-scientifico, degli esperti. Col passare delle settimane, le evidenze scientifiche hanno fatto consolidare nuove posizioni, ma del resto è successa la stessa cosa anche con le mascherine: all'inizio l'Oms ci diceva che andavano usate solo da chi era malato e dagli operatori sanitari".

 

 

 

 

Ma anche di fronte al caso di Camilla, la posizione di Speranza è chiara: "Non dimentichiamo mai che i vaccini sono lo strumento essenziale per aprire una fase diversa". Il sospetto è che si stia facendo la fase 3 della sperimentazione sulla pelle dei cittadini: "No - ribatte Speranza -, ricordo che sia l'Ema che l'Aifa hanno dato l'ok ai vaccini dai 18 anni in su e non hanno mai cambiato opinione su questo. Poi c'è da tenere conto del rapporto tra rischi e benefici: questi ultimi con AstraZeneca crescono nettamente con un'età più avanzata. Se la circolazione virale fosse stata ancora alta, lo avremmo usato in tutte le fasce di età. Il cambio di quadro epidemiologico è il fattore decisivo". Un cambio dunque ci sarà anche sugli Open Day: "Possono ancora essere fatti, ma rispettando i criteri anagrafici per i diversi vaccini. Quindi, con AstraZeneca solo sopra i 60 anni, dove tra l'altro abbiamo ancora un pezzetto da recuperare, circa 3 milioni di persone". 

 

 

 



Il crossing vaccinale, cioè la seconde dose con siero diverso dal primo, "è una procedura che ha dato buoni risultati, non sono invenzioni, ma evidenze e studi scientifici". Peccato che il governo, anche su questo, non abbia dato ordini, ma "raccomandazioni". Non a caso il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha deciso di fare di testa sua, sospendendo le seconde dosi di AZ e Johnson & Johnson: "Devono adeguarsi - gli ricorda il ministro -. Dalla Regione Campania è arrivata una richiesta di spiegazioni nel merito, che verranno date a strettissimo giro. Capisco che ci possano essere tempi diversi di adeguamento a una direttiva, esigenze particolari di riorganizzazione della campagna, ma alla fine le nuove indicazioni devono essere applicate in ogni angolo del Paese. E sono sicuro che, da parte delle Regioni, ci sarà la giusta attenzione nell'attenersi al parere degli scienziati".