Nel sacco
L'aria che tira, Enrico Letta balbetta: "Non è così". La domanda di Myrta Merlino sugli immigrati che lo manda in tilt
Dopo l'era Draghi, il Pd farà di tutto per essere eletto e governare. Lo ha assicurato il segretario dem Enrico Letta che, ospite di Myrta Merlino a L'Aria che tira su La7, ha detto: "Si vota tra 20 mesi, non contano i sondaggi di oggi e noi faremo di tutto perché ci sia un governo democratico attorno al Pd. Questa è la cosa sulla quale lavorerò da adesso in poi". Al momento, però, sono altri i partiti in testa in termini di consenso, la Lega e Fratelli d'Italia. "Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono molto forti, noi dovremo essere più forti di loro. Perché dopo le elezioni ci sarà un governo tutto politico di chi avrà vinto le elezioni".
In un secondo momento, poi, la conduttrice gli ha chiesto un'opinione sulle recenti dichiarazioni della vicepresidente americana Kamala Harris. "Si tratta di una donna che la sinistra ha indicato come esempio per molti motivi. Di recente ha detto agli immigrati centro-americani di non andare negli Stati Uniti. Poi ha fatto un discorso più ampio dicendo che chi vuole risolvere i problemi non deve affrontare le conseguenze ma la causa - ha detto la Merlino -. Mi è sembrato tanto un "aiutamoli a casa loro" tipico della destra". "Non è così", ha risposto prontamente Letta.
Leggi anche: Silvio Berlusconi: "Quella è la mia vera malattia". Attacca la sinistra: "Se ne sono resi conto solo ora?"
"E' stato preso un piccolo pezzo del discorso di Kamala Harris ed è stato interpretato male. Lei ha detto tutt'altro, ha fatto un ragionamento tipico di chi deve governare un processo complesso, distinguendo tra migrazioni illegali e legali, che purtroppo da noi non sono minimamente regolate", ha commentato il leader del Pd. Che poi ha fatto riferimento a un altro punto molto discusso del suo programma: "Il tema di fondo non c'entra nulla con lo ius soli o lo ius culturae. Io ho sempre parlato di centinaia di migliaia di giovani che sono italiani a tutti gli effetti, che vivono in Italia, che parlano dialetto, che studiano qui e non possono essere cittadini. Questo non c'entra nulla con le politiche migratorie".