Lo scontro
Vaccini, Giovanni Toti contro il generale Figliuolo: "Niente marxismo applicato al coronavirus"
"Penso che il generale Figliuolo non abbia poi torto. Però, bisogna intendersi... Sono 16 mesi che si sente tutto e il suo contrario. Fughe in avanti, ricerca di visibilità da parte di qualcuno... Io leggo la lettera di Figliuolo come un richiamo alla sobrietà e alla ragionevolezza. Se è un benefit per l'ombrellone o la seggiovia, vacanza inclusive vaccino compreso, è una sciocchezza. Ma ci sono categorie per cui ha un senso: mamme con figli che si spostano per l'intera estate, stagisti degli istituti alberghieri...". Così Giovanni Toti parla della lettera con cui il commissario ai vaccini invita le Regioni a mettere fine agli "annunci di azioni non coordinate con la struttura commissariale".
Toti torna sulla figura di Figliuolo: "Insiste sul rispetto di criteri rigorosi e io sono d'accordo. Anche se in queste settimane ci sono state alcune decisioni un po'... ondivaghe. Da un lato si chiede di rispettare rigorosamente il criterio anagrafico, dall'altro si apre ai "vaccino day" o agli "AstraZeneca day". Il confronto è stato meno fair di quanto sperato. Ma le Regioni hanno approvato tutti i dpcm all'unanimità e il governo ha impugnato solo un provvedimento regionale, quello della compianta Jole Santelli, anche perché le Regioni sono nate per avere metodi e prassi diverse rispetto ai diversi territori, cosa che non si può contrabbandare per inefficienza. Spesso hanno dato risposte assai più convincenti di quelle dei governi", spiega sempre Toti.
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Toti si spiega meglio: "Non vorrei si preferisse appiattire verso il basso, il modello sovietico, tutti uguali e tutti un po' peggio. Noi abbiamo voluto Draghi pensando a un Paese che cresca nella libertà da lacci e lacciuoli. Non marxismo leninismo applicato al Covid", conclude il governatore della Liguria.