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Copasir, Raffaele Volpi si è dimesso dopo "l'agguato" M5s-Pd. La nota della Lega: "Dà fastidio a qualcuno"

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È finita la discussione sul Copasir. Dopo il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d'Italia per la presidenza dell'organo parlamentare di sorveglianza sui servizi segreti, Raffaele Volpi si è dimesso. Una decisione arrivata dopo che M5s e Pd, in accordo con Leu, hanno deciso di abbandonare oggi, giovedì 19 maggio, i lavori "al fine di contribuire alla soluzione della titolarità della presidenza del Comitato medesimo". Per prassi infatti il Copasir spetta all'opposizione, ossia a Giorgia Meloni. Da qui l'aut aut delle forze politiche al Carroccio: "Non torneremo in commissione finché ci sarà Raffaele Volpi". E così è stato. "La Lega non ritiene di dover inficiare organi istituzionali per questioni politiche o ancor di più per dispute interne a dei ’non partiti' di cui non si capisce nemmeno chi sia il capo politico", si legge nella nota che annuncia le dimissioni dei componenti leghisti Volpi (presidente) e Paolo Arrigoni.

E ancora: "I componenti della Lega sono anche certi che il Comitato con l’attuale presidenza abbia svolto un ottimo lavoro al servizio del Paese, fatto per altro riconosciuto a tutti i livelli istituzionali. Nella certezza di questo dato di fatto e del contributo dato all’Italia in uno degli anni più difficili della sua storia sorge persino il dubbio che la presidenza di Raffaele Volpi abbia infastidito e disturbato qualcuno. Attendiamo quindi immediate determinazioni politiche da parte di chi negli ultimi mesi ha cercato di delegittimare il prezioso lavoro del Copasir".

Nelle scorse settimane, anche Forza Italia aveva chiesto che la presidenza del Copasir venisse ceduta dalla Lega al partito della Meloni. Gli azzurri, però, non si sono uniti alla protesta di sinistra e grillini. Sono stati Federica Dieni, Maurizio Cattoi e Francesco Castiello (M5S) ed Enrico Borghi, del Partito democratico a lasciare i lavori non prima però di aver chiesto a Mario Draghi di di attivare l'indagine interna sull'incontro all'autogrill tra Matteo Renzi e Marco Mancini, direttore dei servizi segreti. 

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