In campo
Gianluigi Paragone, annuncio a sorpresa in diretta tv: "Ti do una notizia, ecco dove mi candido". Caccia disperata alla poltronissima
Gianluigi Paragone annuncia in diretta da Alessandra Sardoni a Omnibus su La7 la sua candidatura a sindaco di Milano: "Ti do una notizia. E' il momento giusto per dare la notizia, anche anticipando una conferenza stampa. Mi candido con ItalExit e liste civiche a sindaco di Milano", dice l'ex grillino. "Lo faccio perché per troppo tempo sto assistendo a una mutazione della città. Le città stanno cambiando pelle. Milano è considerata la città più forte, la città con meno problemi ma non è esattamente così", osserva Paragone. "Milano apparentemente può non avere problemi, ma le file, l’aumento delle code alla mensa della Caritas e alla mensa dei poveri sono la fotografia di un degrado di un abbassamento sociale della situazione dei cittadini. Vuol dire che quel famoso ceto medio è scivolato verso le posizioni più basse. Vuol dire che qualcosa non sta girando bene a Milano".
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"E perché?", si chiede Paragone. "La risposta che mi sono dato è che c’è un sistema parallelo a quello dello Stato. Pensate ai fondi speculativi che di fatto sono i proprietari delle nuove aree urbane, residenziali. I grattacieli di Milano sono quasi tutti nelle mani dei fondi. Oppure queste grandi multinazionali che hanno comprato i centri delle città. Sembra una vetrina unica, le identità delle città si perdono". Di più, prosegue il giornalista: "Vediamo anche come la malavita e le mafie stanno riciclando il loro denaro negli esercizi commerciali in difficoltà". "Ci hai spiazzato con questa notizia", lo interrompe la conduttrice, "ma volevo chiederti con chi ti candidi". "Sono un outsider, farò la mia lista civica oltre a Italexit appoggiato da altre liste", spiega Paragone.
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"Iniziamo a chiamare periferie dei pezzi delle città. E' come dire allontaniamo dei problemi", sottolinea Paragone. "La città che ci piace deve essere tutta luccichii, barlume e grattacieli' ma la città che deve affrontare le sfide è centro e periferie", conclude. "La sinistra non può pensare di vincere a Milano perché vince al centro".