Ma quale sequestratore
Gregoretti, nessun processo per Matteo Salvini: "Il fatto non sussiste"
“Il fatto non sussiste”. Così il gup di Catania ha scritto la parola fine sul caso Gregoretti: accolta quindi la richiesta del pm di non luogo a procedere. Matteo Salvini non ha quindi “vinto” un altro processo per sequestro di persona, come aveva dichiarato lui stesso pochi minuti prima che il giudice delle indagini preliminari comunicasse nell’aula bunker di Catania che non ritiene ci siano gli elementi per mandare l’ex ministro dell’Interno davanti a un tribunale per rispondere dei reati di sequestro di persona e abuso d’ufficio.
È quindi giunto alla conclusione il caso Gregoretti, che risaliva al luglio del 2019, quando Salvini era alla guida del Viminale e aveva negato lo sbarco della nave con 164 migranti a bordo. Per quattro giorni, dal 27 al 31 luglio, l’allora ministro aveva lasciato in mare l’imbarcazione per dare un segnale forte: lo sbarco era poi stato consentito in seguito alla conferma europea delle redistribuzione dei migranti. Il caso era arrivato nell’aula bunker di Catania in seguito alla richiesta del tribunale del ministri al Senato di procedere contro Salvini per sequestro di persona e abuso di ufficio.
Ma già lo scorso 10 aprile la procura di Catania aveva chiesto il non luogo a procedere. Il gup è stato dello stesso avviso, ma d’altronde c’erano pochi dubbi: Salvini ha più volte ribadito la sua posizione, ovvero che non c’è stato alcun sequestro e che non si trattava di un’azione solitaria, bensì concordata con il resto del governo gialloverde presieduto da Giuseppe Conte. Insomma, l'ex premier ko. E ko anche quel Danilo Toninelli che è stato tra i più feroci e inattendibili (ricordate i "non ricordo"?) accusatori del leghista. La pagliacciata politica è stata definitivamente smascherata.