Schermaglie

Enrico Letta aizza il centrodestra: "Ha ragione Giorgia Meloni". Matteo Salvini lo gela: "Ci pensiamo noi"

"Giorgia Meloni ha ragione". Anche per Enrico Letta il Copasir spetta all'unica forza all'opposizione: Fratelli d'Italia. Il tema però è spinoso, perché la Lega fino ad oggi non aveva alcuna intenzione di cedere la presidenza del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Nonostante il pressing di FdI e, viene da dire, del Partito democratico. "Noi lo abbiamo detto in tutte le salse, perché il Copasir, secondo la legge, deve essere presieduto da un esponente della minoranza - spiega il segretario dem ospite di Forrest su Radio Raiuno -. Siccome l’unica espressione della minoranza, oggi, è Fratelli d’Italia, è giusto che sia loro". Dopodiché "la legge ha alcuni aspetti che sono facilmente interpretabili, perché non è una legge scritta benissimo. I presidenti della Camere fatto lettera interpretativa e la cosa si è bloccata, ma noi dubbi sul principio non ne abbiamo".

 

 

E infatti Letta li aveva espressi chiaro e tondo anche nelle quasi due ore di colloquio avute con la Meloni mesi fa e sui cui la leader di FdI si era detta soddisfatta. "L'incontro è stato positivo e rientra nel rapporto di normale dialettica tra maggioranza e opposizione". Non la pensa allo stesso modo Matteo Salvini. A ridosso delle dichiarazioni dell'alleato di governo, il numero uno del Carroccio mette le mani avanti.

 

 

"Sul Copasir ci metteremo d’accordo, ma non perché ce lo chiede Letta", precisa per poi continuare: "Letta ha delle ben strane priorità, passa dallo Ius Soli a una missione europea nel mar Mediterraneo per aumentare gli arrivi in Italia, quindi permettetemi di non commentare le sue esternazioni un po' ondivaghe e confuse di Letta". Intanto è prevista per domani, 11 maggio, la conferenza stampa in Senato dal titolo "Il Copasir e la democrazia del diritto. La legge 124 e l’equilibrio dei poteri" promossa dai firmatari della lettera-appello rivolta ai Presidenti delle Camere in merito al diritto della opposizione di presiedere l’organo parlamentare di controllo sui servizi segreti.