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Non è l'Arena, Vittorio Sgarbi tira in ballo la Gruber: "Grillo e Ciro? Cosa mi diceva quando andavo a Otto e mezzo"

La gestione di Beppe Grillo sul caso dell'inchiesta per stupro ai danni del figlio Ciro, spiega Vittorio Sgarbi, è "politica". Lo era quando la notizia si diffuse, nel settembre 2019, proprio mentre il comico e fondatore del Movimento 5 Stelle era in trattativa con il Pd per formare il Conte Bis. E lo è ora, con il famigerato video-sfogo, arrivato nel momento più travagliato dei 5 Stelle, una lotta di potere interna tra lo stesso Giuseppe Conte, Grillo, Davide Casaleggio e chi, dentro il Movimento, è tentato dalla scissione.

 

 

 

"Quando lo dicevo i 5 Stelle reagirono in maniera offesa e l'informazione non accolse - spiega ora il parlamentare, ospite di Massimo Giletti a Non è l'Arena -. Quando andavo in tv, dalla Gruber a Otto e mezzo, dalla Berlinguer a Cartabianca, da Porro e dalla Palombelli, appena iniziavo a dire questa cosa mi dicevano che il problema non riguarda la politica. Invece la riguarda, tant'è che oggi il video di Grillo è un suicidio politico". Una buccia di banana mediatica, sottolinea caustico Sgarbi, che non mi muove a compassione ma a felicità".

 

 

 

Non per una questione umana, ovviamente, ma puramente politica. "Il fatto che lui sia talmente lontano dalla politica, così come durante il periodo del Covid, e non dando nessuna indicazione ai suoi eletti che devono tutto a lui. Senza di lui non ci sarebbero la Raggi, la Appendino, Morra, Di Maio. Oggi devono mettersi d'accordo tra il loro profeta e la loro attuale posizione politica, e Grillo li ha completamente spaesati".