Infuriato
Gregoretti, Alessandro Sallusti: "Pagliacci, vergognatevi e scusatevi con Salvini"
Matteo Salvini è stato prosciolto dalle accuse per i blocchi navali decisi quando era ministro dell'Interno del governo Conte uno. "Fermare le navi cariche di immigrati all'ingresso dei porti italiani non fu una mattana dell'allora Capitano, ma una decisione politica condivisa dell'intero governo e come tale non soggetta al giudizio della magistratura", scrive Alessandro Sallusti nel suo editoriale sul Giornale. Per il giornalista l'assoluzione del leader della Lega, "è il rovescio della medaglia della giustizia politicizzata, di quel «sistema» ben raccontato da Palamara per cui le inchieste si fanno o si disfano non in base alla legge, ma alla convenienza".
Inoltre Sallusti non attacca solo i magistrati, ma anche alcune ben precise forze politiche: "In questa storia gli unici pagliacci non sono i magistrati che hanno dato la caccia a Salvini, né i giornali e gli opinionisti che li hanno assecondati. A doversi vergognare sono anche i parlamentari dei Cinque Stelle, del Pd e di Italia Viva che per motivi esclusivamente politici (Salvini aveva fatto cadere il governo ed era passato all'opposizione) hanno venduto - con un voto favorevole all'autorizzazione a procedere - il collega diventato scomodo ai tribunali, per azzopparlo per via giudiziaria", chiarisce il direttore del Giornale.
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"Fu uno spettacolo indegno (vero Matteo Renzi, garantista solo per te stesso?) che la richiesta di proscioglimento di oggi non cancella. Politica e giustizia purtroppo vanno a braccetto, nel bene e nel male. Questa volta è andata bene, ma quante volte è andata e andrà male?", si chiede Sallusti che infine si chiede che, "qualcuno dovrebbe spiegarci il perché di un'assurda inchiesta durata tre anni nonostante anche a uno sprovveduto fosse chiaro da subito che il ministro Salvini non avrebbe potuto fare alcunché (è scritto nella Costituzione) senza l'approvazione, implicita o esplicita poco importa, del primo ministro Conte", conclude Sallusti.