Voglia di normalità
Mario Draghi, il dossier aperture sul tavolo. Occhio alla data: Salvini prevale su Speranza
Forse davvero Matteo Salvini è riuscito a convincere Mario Draghi ad "allentare" le maglie delle chiusure. Secondo indiscrezioni provenienti da Palazzo Chigi, il premier avrebbe sulla scrivania un piano per permettere di riaprire almeno in parte confini e attività intorno a metà aprile. In barba a quanto ribadito dal ministro della Salute Roberto Speranza, capofila dei chiusuristi, che facendo leva sulle opinioni di scienziati e virologi come Massimo Galli e Andrea Crisanti ribadisce da settimane la necessità di tenere tutto chiuso almeno fino a maggio.
In realtà, già il decreto approvato la scorsa settimana prevede pur nella abolizione delle cosiddette zone gialle delle "finestre di libertà" e la possibilità di riaprire bar e ristoranti in quei territori in cui curva dei contagi e situazione ospedaliera sia rientrata sotto il livello di guardia. "Non è solo una questione economica, lo è anche di salute mentale", ha ripetuto anche in tv Salvini, in un durissimo scontro frontale con Speranza. "Noi ci appelliamo alla scienza, noi ci fidiamo dei medici italiani - è il mantra del leader leghista -. Se i dati scientifici classificheranno una Regione come ancora a rischio, cioè rossa, si manterranno le chiusure. Se invece i dati scientifici classificheranno una Regione come più sicura, cioè gialla o bianca, si comincerà a riaprire".
Secondo il Corriere della Sera, Draghi ha però fissato dei paletti precisi: vaccinare tutti gli over 70 prima dell'allentamento. Fatto questo (anche se la campagna vaccinale rischia ulteriori rallentamenti), si potrà pensare a riaprire attività ma anche far tornare a scuola, in presenza, gli studenti di tutte le medie e delle superiori, dando così sollievo psicologico ai ragazzi e anche ai loro genitori, spesso costretti a veri e propri salti mortali tra casa e lavoro (quando c'è).