L'addio
Nicola Zingaretti, il retroscena: l'ira dei compagni Pd: "Ha avvisato prima Conte e M5s"
Nicola Zingaretti non solo ha lasciato tutti di stucco con l'annuncio improvviso delle dimissioni da segretario del Pd ma ha anche suscitato l'ira dei dem perché lo ha comunicato prima ai Cinque stelle che ai colleghi di partito. Zinga, infatti, ha parlato del suo addio, al telefono, prima di tutti con Giuseppe Conte che come tutti sanno sarà il capo politico del Movimento 5 stelle. E non lo ha invece detto immediatamente ai suoi compagni di partito, né tantomeno al presidente del Consiglio Mario Draghi che si è poi detto molto stupito. "Una scelta allucinante, che ricorda quegli adepti americani della setta Qanon che ancora pensano che il vero presidente sia Trump", sbotta un parlamentare del Pd, secondo quanto riporta il Giornale in un retroscena.
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"Il governo di Mario Draghi è forte e andrà avanti", ha poi scritto Zingaretti forse nel tentativo di fugare il dubbio che il suo sia stato un gesto estremo in polemica contro la nascita di un governo che ha dovuto subìre dal leader di Italia Viva Matteo Renzi e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che era ormai stremato dalle continue crisi di governo.
Ma il sospetto, nel Pd, è che adesso l'ormai ex segretario, libero dal partito, voglia creare in futuro una fronda contraria al nuovo esecutivo, pronta a denunciare gli "spostamenti a destra" dell'asse governativo.
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Tant'è. Ad oggi il problema nel Pd è capire cosa bisogna fare e come risolvere queste spaccature interne, con le diverse correnti in conflitto tra loro che non fanno che gettare nel caos il partito che rischia di prendere una legnata alle prossime elezioni amministrative. L'Assemblea nazionale del Partito democratico, salvo rinvii, resta fissata per il 13 marzo. Per allora bisognerà avere una soluzione pronta, per non lasciare il Pd senza guida.