Schermaglie

Coronavirus, Matteo Salvini all'attacco: "Lockdown per Pasqua? Parlarne ora è irrispettoso per gli italiani"

Il nuovo dpcm su cui sta lavorando Mario Draghi, di cui dovrebbe essere già diffusa una bozza piuttosto fedele domani, durerà fino al prossimo 6 aprile. Insomma, fino a dopo Pasqua: le restrizioni si allungano, ancora. Roberto Speranza, per l'ennesima volta, ha parlato di "battaglia all'ultimo miglio", ma la credibilità dell'uomo che scrisse il libro Perché guariremo, ritirato a pochi minuti dall'uscita, sta ormai a zero da tanto, troppo tempo. Per certo, e lo ha anticipato Mariastella Gelmini, eventuali restrizioni inizieranno "dal lunedì e non più dalla domenica" e verranno comunicate con congruo anticipo, a differenza di quanto accadeva con Giuseppe Conte e Rocco Casalino.

Ma in questo contesto c'è già chi si spinge a parlare di lockdown, di serrate dure, di zone rosse in corrispondenza delle feste di Pasqua. Terrore, insomma. Sempre terrore. Un terrore contro il quale si scaglia con toni molto duri, decisi, Matteo Salvini: "Mi rifiuto di pensare ad altre settimane e altri mesi, addirittura di chiusura e di paura - ha premesso -. Se ci sono situazioni locali a rischio, si intervenga a livello locale. Però parlare già oggi di una Pasqua chiusi in casa non mi sembra rispettoso degli italiani", rimarca il leader della Lega, intercettato dai cronisti fuori dal Senato. E ancora, ha aggiunto: "La parola al buon senso. I sindaci di tutta Italia e di tutti i colori politici chiedono di riavviare alcune attività economiche, sociali, imprenditoriali che non comportano alcun rischio", ha concluso Salvini. Nessun riferimento diretto, ma è chiaro come nel mirino ci sia anche Speranza, che solo poche ore fa ha insistito sul fatto che "non ci sono le condizioni per le riaperture".

Nel frattempo, oltre allo studio indipendente del Gimbe che ha dato conto di un netto aumento dei contagi nell'ultima settimana, ecco anche quanto riferito dall'Istituto superiore di sanità: "In Italia si è stimato che la cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 ha una trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, con una grande incertezza statistica (tra il 18% e il 60%)", ha fatto sapere l'Iss, mettendo in guardia circa gli effetti della mutazione. E ancora, l'Iss ha aggiunto che "a stima è stata ottenuta da uno studio di Iss, ministero della Salute, Fondazione Bruno Kessler, Regioni/Province autonome". "Questi valori - ha aggiunto l'Iss - sono in linea con quelli riportati in altri Paesi, anche se leggermente più bassi". E ancora, la stima "induce a considerare l’opportunità di più stringenti misure di controllo che possono andare dal contenimento di focolai nascenti alla mitigazione", hanno concluso.