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Silvio Berlusconi avverte Draghi e Salvini: "Perché i leader di partito non devono fare i ministri"

"Prima la qualità" che "le indicazioni dei partiti". Silvio Berlusconi, intervistato da Repubblica, lancia un invito a Mario Draghi e indica la via del nuovo governo "di unità nazionale", che Forza Italia intende sostenere. "Circostanze eccezionali richiedono risposte eccezionali - spiega l'ex premier -. Impongono alla classe dirigente del Paese di mettere da parte le distinzioni, gli interessi di parte, i calcoli politici o elettorali e di dare una risposta di alto profilo, adeguata alla gravità della situazione. Il momento è davvero gravissimo, per l'Italia e per il mondo intero, certamente è la fase storica peggiore dopo la Seconda Guerra mondiale".

 

 

 

Per questo, era impossibile proseguire con il Conte Ter. "Occorreva qualcosa di totalmente nuovo, una soluzione autorevole intorno alla quale l'intero Paese potesse riconoscersi. Sono stato il primo ad invocarlo, nelle scorse settimane, mentre la crisi politica si trascinava. Come avevo suggerito, la saggezza del presidente Mattarella ha individuato la sola strada adeguata al momento", sottolinea soddisfatto Berlusconi. Su Draghi non ha dubbi: "In tutte le sedi nazionali e internazionali ho visto una persona misurata, garbata, affabile, rispettosa dei ruoli, di grande cultura e di grande capacità nel gestire le situazioni complesse. Non si è mai tirato indietro quando gli abbiamo chiesto di guidare in momenti difficili prima la Banca d'Italia e successivamente la Bce. In quella veste avrebbe salvato l'Euro e in particolare il nostro Paese. Credo, per antica abitudine di imprenditore, di avere una certa capacità di valutare le attitudini delle persone. Su Draghi non mi sono mai sbagliato. E sono certo di non sbagliare neppure questa volta".

 

 

 

Al di là dei programmi, il primo banco di prova sarà sulla composizione della squadra. "Questo non è un governo tecnico, è un governo di unità nazionale per fronteggiare l'emergenza. Per questo auspico un giusto equilibrio di competenze tecniche e di rappresentanza politica". In questo senso, da giorni si vocifera del coinvolgimento dei leader di partito in persona, da Nicola Zingaretti a Luigi Di Maio, Giuseppe Conte fino a Matteo Salvini. "Non ne vedo l'utilità - frena Berlusconi, in una riflessione che sembra indirizzata proprio al leader della Lega - e non credo che questo renderebbe né più stabile né più efficiente l'azione di governo. Abbiamo bisogno di ministri che si occupino a tempo pieno del loro dicastero, i leader politici hanno una responsabilità diversa".

 

 

 

Lieto per "l'atto di saggezza" della Lega "che anche in Europa sarà apprezzato", il Cavaliere regala parole dure al Movimento 5 Stelle ("In declino e infantili") e si dice "rammaricato" per la scelta di Giorgia Meloni di tenere Fratelli d'Italia fuori dal perimetro della maggioranza: "Ne prendo atto, con rispetto e con rammarico, perché l'apporto di tutte le forze responsabili sarebbe stato importante".