Capitano
Matteo Salvini, il messaggio a Mario Draghi: "Se ci stiamo, non facciamo le cose a metà". I ministeri nel mirino
Subito guerriglia, dichiarazioni e risposte, posizionamenti e diktat. Mario Draghi non avrà problemi a trovare i numeri per la sua maggioranza. Il problema, semmai, sarà gestire questi numeri: troppi fattori, infatti, paiono difficili, se non impossibili, da conciliare. Per esempio, come possono stare insieme M5s e Lega? E ancora, come possono convivere con costrutto Carroccio e Pd? Un rebus di non semplice soluzione. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni dei leader. Nicola Zingaretti ha infatti chiesto al premier incaricato di "definire il perimetro della maggioranza", suggerendo inoltre punti programmatici piuttosto spigolosi per la Lega. Insomma, quello di Zingaretti è parso un tentativo di "tenere fuori" Matteo Salvini.
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E non è un caso che a stretto giro abbia risposto proprio Salvini. Il leader della Lega per la prima volta parla direttamente della presenza "verde" nel nascente governo Draghi. "Se ci sono spazi per aiutare milioni di italiani noi ci siamo", ha premesso Salvini. Ma anche con ministri della Lega, gli è stato chiesto? "Se ci siamo, ci siamo non facciamo le cose a metà. Se non ci siamo collaboriamo come opposizione come abbiamo fatto in questo anno e mezzo". Poi un passaggio sul Movimento 5 stelle: "Vuol far decidere agli iscritti di Rousseau? Auguri... Noi decidiamo parlando e non sulle piattaforme, ma comunque ognuno fa quel che crede", ha tagliato corto il leghista.
Insomma, il messaggio è chiaro: nel governo ma soltanto con dei ministeri. Un governo politico. Un equilibrio difficilissimo, dato che anche il Pd rivendica dei ministeri. Le parole di Salvini arrivano il giorno successivo a quelle di Giancarlo Giorgetti, che ha definito "un fuoriclasse" Draghi, aggiungendo che "non può restare in panchina". Nella mattinata di oggi, poi, le parole di Luca Zaia, una netta apertura all'ex governatore della Bce e un endorsement per Salvini, nel quale ha detto di avere la massima fiducia in vista delle consultazioni con il premier incaricato.