Primi paletti
Nicola Zingaretti, sì a Mario Draghi ma senza Lega: "Va definito il perimetro della maggioranza"
E' stato uno dei primi partiti a dire subito sì a Mario Draghi: il Partito democratico di Nicola Zingaretti non ha mai avuto dubbi su cosa fare dopo l'appello alla responsabilità che Sergio Mattarella ha pronunciato al Quirinale in seguito al fallimento del mandato esplorativo di Roberto Fico. "Sono convinto che Draghi possa essere la soluzione per portare l'Italia fuori dalla situazione caotica che si è creata e dal rischio paralisi - ha detto il leader del Pd in apertura della direzione nazionale del partito -. Credo che il Pd debba contribuire al successo di questo tentativo e offrire i suoi contenuti e il proprio contributo".
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A quanto pare, però, Zingaretti non è pronto a dire sì a qualsiasi costo. Mentre infatti sembra non ci sia alcun problema a costituire una maggioranza con Forza Italia di Silvio Berlusconi, con la Lega di Matteo Salvini invece è tutta un'altra storia. "Non avrei problemi ad un governo con Berlusconi e Forza Italia - ha detto, anche se in maniera riluttante, durante l'intervista di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7 -. Abbiamo in comune una visione europeista e liberale che la Lega non ha in egual misura". Oggi il segretario nazionale del Pd è tornato a ribadire questo concetto.
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"Draghi dovrà produrre una sintesi sui contenuti e sul programma e definire il perimetro della maggioranza - ha dichiarato durante il collegamento con Radio Anch'io, su Rai Radio Uno -. Sono urgenti scelte chiare, va fermata la pandemia, si deve affrontare il Next generation Eu, va aperta la lotta alle diseguaglianze con politiche di genere e per il lavoro, tenendo conto che il 98% di coloro che hanno perso il lavoro sono donne", ha continuato Zingaretti, elencando tutti i punti in cima alla lista del suo partito.