E tanti saluti
Ettore Licheri e Vito Crimi, il retroscena dal cuore M5s: "Sai che non potevo". Roba "da allocchi": cade Conte?
Non ci credono più nemmeno nel Movimento 5 Stelle. Le elezioni anticipate, suggerisce sarcastico Augusto Minzolini, ormai è roba "da allocchi". E l'aneddoto che mostra la vera situazione nella maggioranza è un vivace scambio di vedute tra due grillini, Vito Crimi e il capogruppo al Senato Ettore Licheri, subito dopo il dibattito sulla fiducia di martedì scorso a Palazzo Madama. "Ettore, avresti dovuto rimarcare di più l'opzione secca: o Conte, o le elezioni". Risposta di Licheri: "Non potevo farlo perché come tu sai il gruppo non è d'accordo". Una sottolineatura, spiega Minzo sul Giornale, che ha fatto scoprire le carte a Crimi: "Anch' io so che non andremo alle elezioni, ma bisogna far credere che il rischio c'è".
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Un gioco di specchi, un castello di carte su cui si regge tutta l'operazione responsabili e che potrebbe costare carissimo al premier Giuseppe Conte, perché l'unica arma per trovare nuovi "costruttori" e rafforzare una maggioranza uscita più fragile dai due voti in aula è appunto agitare in Parlamento l'eterno spauracchio del voto anticipato. "Senza quell'arma - suggerisce il retroscenista -, se tutti si rendono conto che la pistola delle urne è caricata ad acqua, il premier è nudo". E Angelo Saccone, uno dei senatori Udc corteggiati da Conte, lo sa: "Ormai abbiamo capito tutti che al voto non si va. Resta da capire se si fa un governo come quello di prima, cioè con dentro i grillini e Italia viva; o un governo con una maggioranza più ampia".