Gli occhi della Sfinge

Sergio Mattarella ha fregato Giuseppe Conte? Retroscena Minzolini: "Ricordo la promessa a Matteo Renzi"

Mai fidarsi di Sergio Mattarella. Non lo scrive, Augusto Minzolini, ma lo suggerisce. "Il sottoscritto ricorda ancora che quando Matteo Renzi si dimise da premier, il Colle gli assicurò che dopo tre giorni lo avrebbe mandato alle Camere, nel mentre, invece, mise in piedi un altro governo", rivela il retroscenista del Giornale. In queste ore, è sempre il Quirinale lo snodo cruciale della crisi di governo innescata da Italia Viva. Il premier Giuseppe Conte, seguito delle annunciate dimissioni delle ministre renziane Bellanova e Bonetti questa sera, pare non aver alcuna intenzione di salire dal presidente della Repubblica per rassegnare le proprie dimissioni, sebbene Mattarella abbia già chiarito di non gradire maggioranze raccogliticce che poggino esclusivamente su un manipolo di "responsabili".

 

 

 

Rocco Casalino continua a rassicurare il premier e chi gli chiede lumi: "Amore, ci sarà un Conte ter, stai tranquillo". Ma l'ipotesi al momento sta perdendo quota nel bollettino della crisi. Le manovre di Palazzo Chigi per apparecchiare un rimpasto di governo a colpi di modifiche al decreto Bassanini, per spacchettare i dicasteri e aumentare le poltrone, sono state accolte dal Colle con freddezza. "Tutti sanno che i colloqui con Mattarella finiscono sempre con un «vedremo» - ironizza Minzolini - . Così il premier è andato ad allungare la lista degli archeologi che per una vita nel deserto di Giza hanno fissato gli occhi della Sfinge tentando di carpirne i segreti". E non è detto, sottolinea ancora Minzolini, "che per convincere Renzi a far slittare di qualche giorno le dimissioni delle sue ministre, il Colle non gli abbia assicurato che il chiarimento sfocerà, in ogni caso, in quello spauracchio per Conte che è la crisi di governo".