Allo sbando
Natale, tensione e altro slittamento sulle norme: caos a 7 giorni dalla festa. Chiusure, ecco le due ipotesi sul tappeto
Tutta Europa ha deciso, da tempo, ma l'Italia a sette giorni dal Natale non ha ancora stabilito con quali regole anti-Covid avremo a che fare. Rinviato a oggi, venerdì 18 dicembre, il CdM decisivo in tal senso, altro slittamento dovuto - anche - al viaggio-show a Bengasi di Giuseppe Conte per la liebrazione dei pescatori italiani. Un rinvio inaccettabile, con gli italiani che vogliono sapere cosa si potrà fare e cosa no. Un rinvio contro il quale si sono scagliati i governatori della Lega, con un documento condiviso, una protesta politica orchestrata da Matteo Salvini. A firmare il testo, Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Maurizio Fugatti, Nino Spirli, Donatella Tesei e Luca Zaia.
I leghisti mettono nero su bianco che attendono, ancora, di sapere se sarà possibile il ricongiungimento tra parenti, così come attendono i commercianti di comprendere cosa potranno fare. "Siamo molto preoccupati per il fatto che oggi, giovedì 17 dicembre, ancora non sappiamo cosa farà il governo, cosa accadrà a 60 milioni di italiani dal 24 dicembre. Comprendiamo fino in fondo le ansie e il disorientamento dei cittadini". E ancora: "Ribadiamo la necessità che ci sia l’indispensabile copertura finanziaria per garantire i risarcimenti totali a tutte le categorie che potranno essere colpite dalle misure di restringimento decise dal governo".
Secondo il Corsera, nel governo serpeggia il sospetto che dietro questo testo e dietro questo attacco ci sia lo zampino di Matteo Renzi, intenzionato a mettere in difficoltà un esecutivo che si sta rivelando assolutamente inadeguato alla situazione. Renzi e i governatori, infatti, avranno terreno fertile ad attaccare Conte & Co a causa degli impensabili ritardi sugli ultimi provvedimenti, a causa della tarantella sull'apertura e chiusura dei ristoranti e, infine, sui mancati ristori. Ma tant'è, cosa ne sarà di noi lo scopriremo soltanto nelle prossime ore.
Le ipotesi sul campo restano due. La prima, una mediazione voluta da Conte che prevede di interrompere il lockdown con tre giorni di "cuscinetto", per consentire agli italiani di riprendersi un pezzetto di libertà prima di richiudersi in casa. In questo caso, lo stop alla circolazione anche nel proprio comune e la chiusura di bar, ristoranti e negozi scatterebbe nei festivi e prefestivi tra il 24 dicembre e il 3 gennaio. Otto giorni di restrizioni: dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio. Mentre il 28, 29 e 30 dicembre, bar e ristoranti sarebbero aperti fino alle 18 e i negozi fino alle 21; all’interno della Regione sono consentiti gli spostamenti.
La seconda ipotesi, quella più dura e su cui insistono i vari Speranza, Franceschini e Boccia, fermerebbe del tutto l'Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio, senza alcun tipo ri restrizione. Secondo Boccia, "Natale è più pericoloso di Ferragosto. È opportuno chiudere il più possibile fino all'Epifania", sostiene.
Resta sul piatto l'apertura delle abitazioni private a un massimo di due persone, introducendo la possibilità di controlli. C'è chi poi vuole restringere le due persone in questione ai soli gradi di parentela stretti. Anche su questo, capiremo solo nelle prossime ore. Con un imbarazzante ritardo.