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Maria Elena Boschi sgancia Matteo Renzi alla Nato: "Segretario generale? Ha tutte le caratteristiche per farlo"
Matteo Renzi che minaccia di far cadere il governo, lo stesso leader di Italia Viva "candidato" a segretario della Nato per bocca della fidata Maria Elena Boschi, la quale dice che no, «non vogliamo nessuna crisi». Nicola Zingaretti che ribadisce che il solo interesse al quale lavora è che «la coalizione sia all'altezza delle sfide che oggi diventano via via più difficili». C'è di tutto ad animare la domenica politica della maggioranza. A partire dall'ex ministro e capogruppo alla Camera di Iv che, ospite a Mezz'ora in più di Lucia Annunziata, ha precisato che il suo partito non lavora per una spaccatura. «Non vogliamo nessuna crisi» e nemmeno far fuori dei ministri e nominarne di nuovi. Del resto «Conte ha detto che ha i ministri migliori del mondo e quindi per noi anche l'argomento rimpasto è chiuso. Non è quello l'obiettivo. Però possiamo dire che pur sostenendo il governo che abbiamo fatto nascere non siamo yes man? La priorità è usare bene quei fondi e, allo stesso tempo coinvolgerci».
I fondi sono quelli del Recovery e come vengono spesi, che è poi l'appiglio a cui Renzi si appoggia per attaccare il premier Conte. «Per noi prima viene il decidere cosa fare di quei soldi e poi chi li spende. La task force ha lasciato molti dubbi a noi, sostituire il governo con dei consulenti ci è sembrato un modo per aggirare le istituzioni», dice la Boschi, che vede bene il suo capo come segretario generale della Nato: «Ne avrebbe tutte le caratteristiche», dice, «ma è inutile parlare ora di una cosa che avverrà tra molto tempo e che si decide in altre sedi». Nel frattempo il Pd, fa sapere il segretario Zingaretti, «continuerà, in presenza di questo passaggio difficile, a svolgere una funzione unitaria. Di collante. Che non va confusa con un atteggiamento di subalternità, né tanto meno, come qualcuno pensa, con un mugugno permanente che indebolisce la guida del Paese». Anche per lui «il tema degli assetti non è prioritario». Sarà per la paura del voto?