Stoccata
Giuseppe Provenzano umilia Matteo Renzi: "Dobbiamo rendere conto anche ai 98 italiani su 100 che non lo votano"
"Basta rinvii, basta ricatti, basta ultimatum", questo l'appello del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, che si rivolge implicitamente al M5s ma anche a Italia Viva e al suo leader Matteo Renzi. "Consumare il governo con attacchi continui è un azzardo grave. Forse chi lo fa pensa all’alternativa di un governo tecnico o istituzionale con tutti dentro, ma non credo che in questa legislatura sia possibile un’altra formula politica", ha ribadito Provenzano in un'intervista alla Stampa, facendo riferimento soprattutto al discorso di Renzi contro Conte al Senato durante il voto sulla riforma del Mes. Le critiche che il senatore di Scandicci ha rivolto al governo per via della task force pensata per gestire le risorse del Recovery Fund non sono piaciute al ministro dem: "Ho letto sciocchezze in questi giorni tipo richiami a un golpe… La struttura di missione è interna all’amministrazione e risponde all’intero governo: Renzi nominò quattro commissari nel suo governo". E poi arriva l'umiliazione: "Dobbiamo rendere conto anche a quei 98 cittadini su cento che non votano Italia Viva", una chiara stoccata al basso numero di preferenze del partito.
Leggi anche: L'aria che tira, Debora Serracchiani: "Conte non può decidere tutto da solo, il Pd vuole il cambio di passo"
Secondo Provenzano, poi, sarebbe assurdo far cadere adesso il governo: "Qual è l’alternativa? Un governo di tutti, con gli antieuropeisti? Ha sentito Borghi e Meloni ieri? O un governo tecnico? Decidere se investire in sanità pubblica o privata è una scelta politica". Sul comportamento spesso ambiguo del Pd, che ora sembra schiacciato tra le tensioni nel M5s e la polemica tra Renzi e Conte, il ministro per il Sud ha spiegato: "Il Pd ha tenuto per mesi la barra dritta del governo, ma ora dice quello che il segretario Zingaretti sta dicendo in queste ore: Non si può tirare a campare". Provenzano, comunque, si è mostrato convinto di una cosa: "L’Italia non si può permettere una crisi al buio, ma non siamo nemmeno disposti a farci rosolare tra rinvii e ricatti".