Stop violenza

25 novembre, Consulcesi: "Tra gli operatori sanitari, il 79% delle vittime è donna"

«Fermiamo la violenza contro le operatrici sanitarie donne. Non è in alcun modo accettabile che persone costrette a turni infiniti e sempre in prima linea, ora anche per gestire gli effetti del coronavirus, si ritrovino a dover subire insulti, aggressioni verbali o fisiche o rischiare la loro vita mentre sono intenti a salvarne altre». Lo dichiara Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Secondo i dati dell’ultimo rapporto INAIL di ottobre 2020 su aggressioni lavorative nella sanità e assistenza sociale, a pagare le spese del fenomeno di attacchi nelle corsie ospedaliere sono soprattutto le donne che rappresentano il 72,4% dei soggetti colpiti rispetto ai colleghi uomini e ad essere prese di mira da pazienti e familiari spesso sono gli operatori sanitari e sociali e gli infermieri e i tecnici rispetto ai medici. In totale, negli ultimi 5 anni sono stati 11 mila gli episodi di aggressioni al personale sanitario, con una media di oltre 2mila casi l’anno.
Ed è per dare un sostegno ai medici e agli operatori sanitari che Consulcesi, realtà da sempre tutela la categoria, ha attivo da anni il Telefono Rosso per accogliere segnalazioni di aggressioni in corsia. La linea dedicata che risponde al numero 800.620.525 rappresenta un primo sportello di ascolto e di indirizzo per assistenza psicologica e legale dedicato a tutti gli operatori sanitari impegnati su diversi fronti. «È nella nostra natura e nella nostra storia essere al fianco degli operatori sanitari – commenta Tortorella – ed anche in questo delicato momento ci siamo: per supportarli, sostenerli e anche per promuovere iniziative tese a tutelarli con diffide, esposti e tutto quanto sia necessario affinché possano continuare ad essere in prima linea».
Tortorella denuncia che la sicurezza dei medici e degli operatori sanitari è un tema ancora sottovalutato e sottostimato: «Se ne parla solo quando accade un fatto eclatante di cronaca ma gli operatori sanitari si sentono trascurati e non riescono a lavorare in sicurezza. Attraverso il nostro quotidiano contatto con gli operatori sanitari sappiamo che le aggressioni sono all’ordine del giorno ma purtroppo non vengono denunciate. E spesso – fa notare Tortorella – anche sottovalutate perché molti hanno paura di esporsi per paura di ritorsioni personali e sul lavoro».
Nonostante la nuova legge di tutela contro le violenze dei medici e le misure di contenimento e prevenzione, il fenomeno delle aggressioni agli operatori sanitari resta un nervo scoperto. Per questo Consulcesi, nell’ambito della sua attività di difesa della categoria, mette a disposizione un servizio di consulenza gratuita per tutelarsi anche dal punto di vista legale, contattando l’800.122.777 oppure direttamente attraverso il sito www.consulcesi.it.