Alla canna del gas
Silvio Berlusconi, il retroscena sul M5s. Il parlamentare: "Legislatura avanti a ogni costo. Ragioni umane, abbiamo il mutuo"
Avanti a ogni costo. La pancia del Movimento 5 Stelle è convinta: bisogna tenere in vita questa legislatura e stavolta non c'è nemmeno più la ripicca nei confronti dell'ex alleato Matteo Salvini, ma una più prosaica motivazione venale. "Bisogna tenere in piedi la legislatura ad ogni costo - conferma un parlamentare grillino al Giornale -. Anche per ragioni umane: qui c'è tanta gente che ha acceso un mutuo e ora deve pagarlo". Il più classico "tengo famiglia", insomma, aggiornato alla logica dei duri e puri a 5 Stelle e dell'uno vale uno. E pazienza se quell'uno è il grande nemico Silvio Berlusconi.
Sì, perché il retroscena arriva il giorno dopo la sorprendente apertura del leader di Forza Italia al governo (smentita poi dal Cavaliere, "non governeremo mai con questa sinistra", ma il principio non cambia e forse sono solo dettagli). Luigi Di Maio, a mezzo stampa, conferma la volontà di instaurare "un dialogo, ma senza scambi" e già questo basta per entusiasmare chi a casa non ci vuole tornare. "I giallorossi sono tutti appesi al Cavaliere: la maggioranza, alla vigilia di un nuovo scostamento di bilancio e del varo della manovra, deve fare i conti con una realtà molto semplice: in Senato non ha i numeri. E, senza l'aiuto di Forza Italia, il rischio di uno schianto parlamentare si fa assai realistico", è il commento del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. La mano di Berlusconi, in questo senso, è benedetta. E anche lo stratega del Pd Goffredo Bettini ha invitato il premier Giuseppe Conte a "raccogliere con generosità i contributi delle forze politiche consapevoli e democratiche, che sinceramente intendono dare una mano". Che questo si traduca poi nel suicidio politico di Conte, questo Bettini non può dirlo. Ma per Pd e gli stessi M5s la linea che si sta imponendo in queste ore è "Berlusconi ci salvi". "Del resto - conclude il retroscena del Giornale - si era già capito quando i Cinque Stelle, zitti e muti (persino l'impavido Dibba), hanno lasciato passare l'emendamento pro Mediaset che il premier Conte ha voluto far inserire nel decreto Covid, per proteggere le tv berlusconiane da scalate estere". Certo, dalle parti del Movimento si parla di appoggio su singoli provvedimenti e non di alleanza strutturale, come ovvio. Vendersi senza dare troppo nell'occhio, insomma.