Da sinistra
Marco Damilano a Tagadà: "Conte, con il no al Mes si prende il centro della scena. Col Pd problema politico enorme"
"Con il lockdown generalizzato nessuno si poteva lamentare". Marco Damilano, direttore de L'Espresso, in collegamento con Tiziana Panella a Tagadà spiega perché per Giuseppe Conte i problemi arriveranno ora. La seconda ondata ha portato con sé, oltre all'angoscia sanitaria, anche i timori per la tenuta complessiva del sistema economico nazionale. Per questo il premier Giuseppe Conte si è detto assolutamente contrario ad adottare un'altra misura tombale come la chiusura totale di bar, locali pubblici, ristoranti, scuole e negozi. Se da un lato gli italiani, pur privati di una normalità parziale faticosamente riconquistata da pochi mesi, possono respirare, dall'altra c'è il rovescio della medaglia. "Ora - sottolinea Damilano - appena tocchi qualcosa, qualcuno finisce per lamentarsi: quindi devi cominciare a fare politica ascoltando e poi decidendo".
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E qui, conclude, comincia il difficile per un governo che è rimasto in piedi, di fatto, proprio grazie all'annullamento di ogni contrasto politico o con l'opinione pubblica sotto lo schiaffo dell'emergenza sanitaria. Ma c'è anche un'altra mina sulla strada del premier: il suo no al Mes. "Un problema politico enorme - taglia corto Damilano -. Con il no al Mes, Conte si prende il centro della scena, afferma di non essere il premier di questo o di quel partito. Come aveva detto no al M5s su molti punti, ora ha detto no al Pd. E per i democratici diventa un bel problema".